Da La Nuova Sardegna veniamo a conoscenza del caso scoppiato in questi giorni all'interno del Comitato Faunistico venatorio regionale in merito ad alcune incredibili posizioni assunte da uno dei suoi membri, Paolo Fiori, che rappresenta le associazioni ambientaliste e anticaccia.
“Ironizzava sulle vittime della caccia”. Questa la denuncia del presidente Ucs, Bonifacio Cuccu, e di Marco Efisio Pisanu, Presidente Cpa, riferite ad un post che Fiori ha scritto sul un sito dell'associazione Gruppo di intervento giuridico. Il quotidiano sardo lo riporta: ”non dico che sono felice – scriveva Fiori -, ma comunque contento che i cacciatori si sparino tra di loro o che siano vittime di incidenti”. Un'affermazione gravissima e che non può passare sotto silenzio, vista l'importanza del ruolo ricoperto dal rappresentante animalista e che, secondo Cuccu, denota come Fiori sia una persona poco equilibrata.
Da qui la richiesta di allontanamento dal Comitato, rivolta all'Assessore regionale all'Ambiente dai rappresentanti dei cacciatori. Da parte sua Fiori ridimensiona l'accaduto e risponde “un'affermazione forte, certo ma seppure io non auguri la morte a nessuno spero che serva a svegliare le coscienze rispetto ad un problema serissimo”.
Il tema degli incidenti di caccia, si sa, è un evergreen rispolverato ad ogni chiusura della stagione venatoria dai suoi oppositori. Ma, al di là del giusto dibattito sulla necessità di una sempre maggiore sicurezza, in particolar modo dove si pratica in prevalenza la caccia al cinghiale, ogni anno si fa largo una opposizione verbale sempre più violenta, che ricorda i toni fanatici delle ideologie più estreme. La macchina del fango, per funzionare, ha bisogno del solito toto vittime: per la Lac e Gruppo d'Intervento giuridico si contano addirittura 59 morti solo nella scorsa stagione, mentre l'Associazione Vittime della Caccia, che ha almeno la decenza di escludere infarti e cadute accidentali nella sua macabra lista, arriva a contarne 21.