Dopo la ricerca di accordi in Abruzzo (al momento sospesa), anche nel Lazio si è aperto un tavolo tecnico sulla caccia per valutare le esigenze di conservazione dell'orso marsicano, la cui presenza è da tempo critica (solo una quarantina gli orsi rimasti in tutto l'Appennino). Si è scelto di monitorare le zone di caccia in braccata, per evitare che un orso possa trovarsi in zona durante l'attività venatoria, ma gli obiettivi del tavolo sono anche a lungo termine: si vuole cercare di avviare un confronto costruttivo con il mondo venatorio finalizzato ad individuare criteri di gestione faunistico venatoria in tutte le aree più importanti per la conservazione dell’orso marsicano e produrre indicazioni utili anche alla redazione del calendario venatorio.
Il tavolo laziale sul PATOM (il piano di azione interregionale per la difesa dell'orso marsicano) è composto da tecnici della Regione Lazio e della Provincia di Frosinone, dai vertici del Parco dei Monti Simbruini, dal Corpo Forestale dello Stato e dai cacciatori dell’Ambito Territoriale di Caccia competente, quello di Frosinone 1, dove negli ultimi mesi è stata accertata la presenza di almeno un orso, le cui tracce sono state rinvenute spesso a ridosso o nelle zone di caccia a squadre. Gli accordi hanno previsto incontri di monitoraggio congiunto fra cacciatori e guardiaparco poche ore prima della braccata, per valutare eventuali tracce lasciate dall'orso. Ma il percorso è ancora lungo, secondo il tecnico della Regione Lazio, Andrea Monaco, “L’unica riunione effettuata ha chiarito che la strada da fare è lunga e tortuosa. I soggetti attorno al tavolo non sono abituati a concertare soluzioni e scelte, ma piuttosto a operare in modo antagonistico e questo genera diffidenza reciproca. Bisognerà, come prima cosa, provare a costruire un terreno comune fatto di principi condivisi, ad esempio la conservazione dell’orso come priorità assoluta, senza della quale non si riuscirà ad ottenere risultati significativi. In altri termini si tratta di superare (o almeno mitigare) gli interessi dei singoli soggetti per perseguire un interesse comune.”
“Questo tavolo - ha spiegato Monaco - nasce anche sulla scia di quanto fatto nel tavolo abruzzese, esperienza originale e di notevole valenza conservazionistica. Purtroppo in quel caso i lavori sono stati sospesi prima del loro completamento e ad oggi non è prevista una ripresa. Questo tavolo laziale è tuttavia qualcosa di diverso perché, sebbene si chiami “tecnico”, è qualcosa a metà strada tra tecnico ed istituzionale. Nel caso del tavolo abruzzese i componenti erano esclusivamente tecnici e io stesso vi ho partecipato non in rappresentanza della Regione Lazio, ma come esperto di gestione faunistica.”
Secondo Luigi Russo, dirigente della Regione Lazio, il coinvolgimento delle associazioni venatorie rappresenta una delle azioni più importanti fra le azioni strategiche individuate dal PATOM e l’apertura di un dialogo con i cacciatori costituisce un passo indispensabile per assicurare il successo di ogni altra iniziativa per la sopravvivenza dell’orso marsicano.
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