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na interpretazione di comodo e fuorviante quella fornita dalle associazioni animaliste sulla vicenda giudiziaria che ha visto a novembre la condanna di un cacciatore per le condizioni in cui deteneva i suoi richiami vivi. A dirlo è Maria Cristina Caretta (candidata alle elezioni con Fratelli d'Italia) a commento della tesi secondo cui questa storia possa riguardare in generale tutti i cacciatori.
"In realtà - spiega Caretta - la sentenza di conferma della condanna emessa dalla Corte Suprema di Cassazione riguarda il maltrattamento effettuato nel singolo caso, stigmatizzando le condizioni in cui i richiami del cacciatore condannato venivano detenuti in gabbie piene di escrementi, in condizioni igieniche inadeguate, riportanti ferite che provocavano evidenti sanguinamenti. - Affermare che questa sentenza comporta il divieto di utilizzo di tutti i richiami vivi nell’esercizio dell’attività venatoria – ha proseguito Maria Cristina Caretta - equivale ad affermare che verrà vietata la circolazione a tutte le automobili perché un conducente è stato multato per eccesso di velocità".
"Il nostro impegno - annuncia Caretta - consisterà anche nel garantire a tutta l’opinione pubblica una corretta informazione per evitare che qualcuno possa cadere vittima della disinformazione o della malafede di ben noti soggetti che, in questi periodi di drammatica crisi economica ed occupazionale, non hanno nient’altro da fare che scagliarsi contro i cacciatori e contro gli altri portatori della Cultura rurale che rappresentano invece la parte sana della nostra società".