Ha fatto scalpore tra i cacciatori siciliani la notizia, battuta da diverse testate siciliane, secondo cui l'assessore regionale alle risorse agricole ed alimentari, Dario Cartabellotta, avrebbe dato mandato agli uffici di sua competenza di procedere alla revoca del decreto che consente l’attività venatoria all’interno dei demani forestali.
L'assessorato starebbe valutando in particolare la possibilità di vietare in ogni caso la caccia nelle aree demaniali ricadenti all’interno delle aree protette siciliane, quindi nelle Zps, e di individuare zone da aprire ad un oculato prelievo venatorio, in cui vengano comunque conciliate le esigenze di conservazione della biodiversità e della gestione faunistica. Saranno individuate nei 180 mila ettari di terreno demaniale alcune zone ed eventuali spazi dedicati alla caccia.
“Il turismo venatorio – ha detto l’assessore Cartabellotta – potrebbe rappresentare una fonte di reddito alternativo per le aree interne della Sicilia. In tal modo, coniughiamo tutela dell’ambiente e l’attività della caccia legata al turismo”. A seguito di queste dichiarazioni le associazioni venatorie siciliane hanno inviato in Regione la richiesta di convocazione urgente del Comitato Faunistico venatorio, ritenendo illegittima la decisione assunta dai vertici regionali ed esprimendo profonda delusione per l'approccio della nuova governance faunistica in Regione.