Rilanciare il ruolo degli Atc, anche a partire dalle proposte dell'assessore Rabboni, che in Emilia Romagna pensa di introdurre uno standard minimo di operatività ottimale per attuare i programmi di gestione delle Province. Questo il principale tema discusso durante il convegno "Un nuovo punto di arrivo degli Ambiti Territoriali di Caccia" organizzato dalla Federcaccia di Imola con la partecipazione dei vertici dell'associazione nazionale e delle associazioni regionali e provinciali, nonchè di alcuni amministratori pubblici provinciali e regionali.
Alle proposte di Rabboni il Presidente nazionale Fidc Gianluca Dall'Olio chiede una ulteriore attenzione per la caccia e i cacciatori. Occorrerà anzitutto riformare le leggi, come precisa il presidente Fidc Piacenza, Franco Livrea, “È essenziale – ha ricordato Livera – una maggior chiarezza delle norme, eliminando sovrapposizioni di livelli amministrativi che complicano, spesso impedendolo, l’impegno gestionale degli Atc, con mancati raggiungimenti degli obbiettivi e costi per tutta la società”.
Presente anche Tiberio Rabboni, che ha individuato tre passaggi essenziali in una ottica di rilancio del ruolo degli Atc a livello regionale, ma esportabile a livello nazionale: una fase di confronto fra tutti i componenti (cacciatori, agricoltori, ambientalisti, amministrazione regionale e provinciali) per individuare uno standard minimo di operatività ottimale; la definizione di un coordinamento regionale e dove il numero lo permette anche provinciale, in modo da permettere un confronto più frequente e produttivo; preparare alla luce del previsto riordino delle Province una contemporanea revisione dei ruoli degli Atc, affinché diventino sussidiari dei compiti delle Province stesse. Per realizzare questo percorso l’Assessore si è detto pronto ad aprire un tavolo di confronto regionale.
Gian Luca Dall'Olio, Presidente Nazionale Fidc ha infine preso la parola per concludere i lavori. Il presidente ha invitato a chiedersi che tipo di caccia vogliamo domani, e in base a questo lavorare su un rilancio e una revisione del modello degli Atc – subiti, ma mai veramente accettati dal mondo venatorio italiano – per fare “quel salto di qualità verso le professionalità e i ruoli di sussidiarietà allo Stato in materia di programmazione e gestione di territorio, ambiente, fauna e prelievo che caratterizzano la realtà europea e che consentono ai cacciatori di quei Paesi di godere di ben altra considerazione da parte della società e della politica”.
E proprio alla politica italiana - si legge nella nota diramata da Fidc - il presidente Dall’Olio ha chiesto una attenzione diversa per la caccia, componente piccola, ma essenziale anch’essa per il rilancio del nostro Paese e per la salvaguardia degli equilibri ambientali, prima che per i cacciatori, visti come serbatoio di voti. “Anche per questo – ha sottolineato – nella revisione necessaria della 157 prima di affrontare la questione di tempi e di specie, che ha portato fino ad oggi a insabbiare qualsiasi tentativo di modifica, un appoggio trasversale necessario a qualsiasi cambiamento va cercato sul ruolo della caccia come forza gestionale di territorio e ambiente. Su questo il mondo politico ci deve dare risposte, aprendo un tavolo di confronto ad alto livello, equidistante e libero da considerazioni legate al peso elettorale di alcuni dei componenti come è stato fino ad ora. Un tavolo che consideri le domande della caccia prima di quelle dei cacciatori, il che vuol dire niente demagogia ma anche niente preclusioni ideologiche. Ragionando per il bene del Paese, di cui anche la caccia fa parte. Un percorso – ha concluso – che può partire anche dagli Atc per aprire una stagione importante, che ridia dignità alla caccia e con essa ai cacciatori”.