"In un anno c’è stato un aumento pauroso, pari al 20% dei capi, nonostante i grandi sforzi messi in atto dalla Regione e dalle province toscane. La situazione è ormai totalmente fuori controllo". Questo il commento d Marco Failoni della Cia Toscana, sui dati diffusi nel corso del convegno su gestione e agricoltrura tenuto all'Accademia dei Geogofili. Ovvero 350mila capi, divisi a metà tra cinghiali e caprioli, più alcune migliaia tra daini, cervi e mufloni. "L’origine dei nostri guai - dice il rappresentante Cia - è in una legge nazionale, la 157/92, nata 20 anni fa sull’onda dei referendum contro la caccia, con l’obiettivo di proteggere la fauna senza guardare alle conseguenze sull’agricoltura e sullo stesso equilibrio ambientale".
"Con una Legge nazionale basata sul principio, ormai anacronistico, della conservazione e dell’incremento delle specie - sostiene Marco Failoni - ogni tentativo di riportare sotto controllo la situazione, si scontra con lo strapotere dell’ISPRA, con i ricorsi alla magistratura, con un contenzioso infinito. Un cambiamento della Legge 157/92 non può più essere rinviato".
Il problema è soprattutto dell'agricoltura, che rischia il tracollo. "Occorre garantire agli agricoltori le risorse per la prevenzione e per il pieno risarcimento dei dann - evidenzia Giordano Pascucci, Presidente Cia Toscana – attendiamo delle risposte dalla Regione Toscana: bisogna urgentemente modificare la Legge Regionale 3/94, per applicare concretamente i principi di piena tutela del reddito degli agricoltori affermati dal Piano faunistico regionale approvato lo scorso anno. Sappiamo che il Consiglio Regionale si appresta ad approvare alcune modifiche alla Legge, per dare risposta ad alcune istanze delle Associazioni venatorie. Per gli agricoltori – conclude Pascucci - sarebbe grave ed inaccettabile se, in occasione di questa revisione, non si tenesse conto della richiesta, vitale per le imprese agricole, di adeguare le norme che definiscono gli interventi preventivi e le risorse per i risarcimenti dei danni agli agricoltori".