Il presidete nazionale Dall’Olio a Gubbio per un seminario sui ripopolamenti Giornata di studio sulla gestione sabato 3 marzo, presso l’istituto tecnico “M. L. Cassata”
Un pomeriggio di studio, dibattito e approfondimenti sulla gestione della selvaggina stanziale da penna, prendendo come esempio la pernice rossa. La sezione provinciale di Perugia e quella comunale di Gubbio della Federazione Italiana della Caccia organizzano il seminario: “Ripopolamenti, il futuro della caccia?”, in programma a Gubbio sabato 2 marzo, a partire dalle 15.30 nell’aula magna dell’istituto tecnico “M. L. Cassata”, in via del Bottagnone. All’evento interverranno i massimi livelli della scienza e della politica venatoria dell’associazione.
La dottoressa Giorgia Romeo, responsabile dell’ufficio fauna stanziale della Federazione Italiana della Caccia, esporrà ai presenti la propria relazione sul tema: “Approfondimenti su ripopolamenti e valorizzazione pernice rossa – progetti e ricerche”. Ai lavori, inoltre, sarà presente il presidente nazionale Gian Luca Dall’Olio, cui sarà affidato il compito di tirare le conclusioni.
Le attività di ripopolamento rivestono una funzione di primaria importanza nella moderna pratica venatoria, che non può prescindere dalla gestione degli equilibri faunistici. Per questo motivo i ripopolamenti vanno condotti con accuratezza e senza lasciare nulla al caso, anche per evitare nel tempo problemi di carattere genetico o sanitario. L’azione più efficace e sostenibile, nel lungo periodo, è senza dubbio la cura e il ripristino degli habitat attraverso i miglioramenti ambientali. E’ proprio attraverso simili operazioni che si ottiene un’elevata diversità ambientale, condizione indispensabile alla conservazione e riproduzione della fauna.
Strumenti necessari per un corretto ripopolamento sono le stime numeriche, i monitoraggi, la conoscenza degli habitat e delle esigenze alimentari della fauna. In quest’ottica, l’utilizzo di animali di importazione può produrre inquinamento genetico e problemi di carattere sanitario alle popolazioni autoctone, mentre il rilascio massiccio di animali provenienti da allevamento spesso si traduce in uno spreco inutile di risorse economiche, dovuto all’altissima mortalità della fauna immessa in quanto incapace di sopravvivere adattandosi alla vita selvatica.
La provenienza degli animali, i metodi utilizzati per le catture, il periodo scelto per il rilascio, la qualità dell’ambientamento e un’adeguata pianificazione del prelievo venatorio sono elementi determinanti per la sopravvivenza della selvaggina e, di conseguenza, il successo dei ripopolamenti.
Perugia, 1 marzo 2013
Ufficio Stampa Federcaccia Umbra