Daniela Fontana vive a Borgonovo Val Tidone, in provincia di Piacenza, ha 31 anni ed è responsabile del reparto dati di una ditta grafica. Per ora non ha la licenza venatoria ma a caccia ci va regolarmente, seguendo il proprio fidanzato ed alcuni amici, come prima ancora seguiva il padre cacciatore.
Ha regolare porto d'armi (per uso sportivo) e probabilmente presto sarà anche lei una cacciatrice. Della caccia pensa che “se praticata nel rispetto dell'ambiente, dei cani e della selvaggina sia un'attività degna di rispetto”. “Bisogna sempre tener bene presente – spiega ancora - che la caccia è esistita fin da quando l'uomo è comparso sulla terra. E' quindi un'attività che affonda le sue radici negli albori della nostra storia e che con essa si è evoluta”.
Se c'è qualche distinguo da fare è tra i cacciatori: quelli interessati solo al carniere e quelli mossi da motivazioni più profonde. Qui ognuno ha la sua opinione e nel variegato mondo venatorio alcune tesi contrastano con altre: c'è chi, come Daniela, vede nella caccia una attività prevalentemente cinotecnica: “il vero cacciatore - dice infatti Daniela - è colui che è guidato da una vera e sana passione per i suoi cani e che utilizza la caccia come strumento di addestramento (che è fine e mezzo per ottenere dei bravi ausiliari). Per quest'ultimo tipo di cacciatore vedere i propri cani felici e appagati per il lavoro svolto è la più grande soddisfazione”.
L'utilità della caccia è anche un'altra secondo Daniela: “penso che possa essere utile al controllo selettivo di quella selvaggina che in determinate aree geografiche non dovrebbe esistere in quanto nociva per le coltivazioni e l'allevamento di bestiame e pericolosa per tutti noi che ogni giorno dobbiamo utilizzare la macchina. E penso che possa anche essere uno strumento utile alla società in quanto il cacciatore può dare il proprio contributo al controllo diretto dell'ambiente denunciando per es. discariche abusive o situazioni di inquinamento vario”.
Infine per Daniela ci vorrebbe una maggiore collaborazione: “tra le associazioni, gli associati e i vari gruppi di vigilanza per prevenire e punire il bracconaggio, ma mi fermo qui, su questo punto ... ci sarebbero troppe cose da dire...”.