Registriamo con una certa sorpresa che il giornale on line del Fatto Quotidiano si avventura in un'iperbole un tantino azzardata in cui si cerca di paragonare i soldi non spesi dalla Regione Piemonte per il referendum anticaccia e quelli invece effettivamente stanziati per la neve artificiale durante la stagione che sta per concludersi. “Il governatore Cota si lagna del fatto che abbia le pezze al sedere”, si legge su Il Fatto, a firma di Fabio Balocco facendo presente che “quando si trattò di spendere un po' di soldi per rispettare la volontà popolare di andare alle urne sul referendum contro la caccia, si disse molto arrabbiato perchè già mancavano i soldi ed in più ne avrebbe dovuti spendere per questa quisquilia dei diritti civili”. Ma ecco che, allo stesso tempo, segnala Balocco, la stessa Regione ha stipulato un accordo con la Sestrieres Spa per 5 milioni di euro per sovvenzionare l'innevamento artificiale.
Con tutto il rispetto per i diritti civili e per il volere popolare, le due cose, a nostro avviso, non sono nemmeno lontanamente comparabili, anzitutto perchè per una regione fortemente interessata dal turismo invernale, seppur certo opinabile, la scelta di finanziare interventi a sostegno dello sci ha intuibili effetti su una fetta rilevante dell'economia regionale, e può fare la differenza sul sostentamento di intere comunità. I soldi che si sarebbero dovuti spendere per il referendum sulla caccia, invece, quasi certamente avrebbero fatto urlare allo scandalo e allo spreco nei giorni seguenti, visto che il mancato raggiungimento del quorum, anche alla luce dei dati in continuo calo sull'afflusso alle urne per elezioni che certo riguardano ben più persone di quelle interessate al dibattito sulla caccia, è un fatto quasi matematico.