Un disegno di legge presentato dall'Assessore regionale all'Agricoltura e alla Caccia, Claudio Sacchetto, e approvato in queste ore dalla Giunta, introduce una generale revisione della legge regionale sulla caccia in Piemonte. Lo spiega lo stesso assessore, affermando che il capitolato, che ora dovrà passare all'esame del consiglio regionale, “non è un semplice ammodernamento” ma “una regolamentazione nuova del settore”.
Si tratta di un disegno di legge di 36 articoli che detta le nuove linee guida del settore, che spiega l'assessore, sono “attente anche alle più interessanti innovazioni introdotte dalla legislazione di altre Regioni”. In particolare, ispirata al modello toscano, così come anticipato dallo stesso assessore negli scorsi mesi.
Nel dettaglio, in un articolo del quotidiano torinese La Stampa, si scopre che si prevede di regolarizzare non solo la tutela della caccia, fissando modi e tempi (il tutto demandato a successivi regolamenti della Giunta) ma anche la destinazione dei capi abbattuti a finalità di pubblico interesse, oltre che al risarcimento dei crescenti danni provocati dalla fauna alle colture agricole, viste anche le sempre più scarse risorse finanziarie a disposizione delle Regioni e degli enti locali. Si prevede quindi anche di disciplinare la commercializzazione della carne degli animali cacciati, non per favorire un vantaggio economico ai cacciatori, ma valorizzando il concetto di fauna come bene pubblico.
Il testo del disegno di legge è stato redatto in collaborazione con l’ufficio legale della giunta e, dice Sacchetto, nasce con l’obiettivo di definire regole di indirizzo generali nel tentativo “di smorzare lo scontro ideologico”. Per ora però lo scontro non si è sedato. Anzi, le nuove norme sono state accolte con avversione totale da parte degli storici oppositori della caccia in regione. Sel, tramite la capogruppo Cerutti ha già annunciato ogni iniziativa possibile per bloccare la proposta, definita una “selvaggia deregulation” su specie cacciabili e luoghi. L’ex grillino Fabrizio Biolé è ancora più critico: “a una prima lettura – dichiara - salta all’occhio il rispolvero di “cavalli di battaglia” dell’assessore Sacchetto come la possibilità di caccia nei Parchi Naturali, la caccia in deroga a specie protette, l’estensione del numero delle specie e del numero di capi del carniere e il prolungamento a dismisura del periodo venatorio”.