La questione dei danni causati dalla fauna selvatica è una priorità per il settore agricolo. Lo dice Coldiretti, a proposito di ciò che è emerso durante il X congresso dell'Arcicaccia. L'associazione, d'accordo sull'idea proposta a Chianciano Terme di aprire una nuova fase di collaborazione tra il mondo agricolo e quello venatorio – che, stando ai contenuti del convegno ipotizza misure integrative di reddito per le aziende agricole che partecipano alla gestione faunistica -, evidenzia come le misure finora intraprese si siano rivelate insufficienti, tanto da profilare una situazione di emergenza che non può più essere sottovalutata.
Per questi motivi Coldiretti auspica la riapertura di un confronto "per individuare un percorso normativo, anche indipendentemente dalla riforma della legge 157/1992 che possa risolvere tale annoso problema". Per fare questo importante passo, secondo gli agricoltori non si può prescindere dalla condivisione da parte di tutti i soggetti coinvolti (associazioni agricole, ambientaliste e venatorie) di un modello di caccia sostenibile rispettoso della biodiversità, della normativa comunitaria e delle indicazioni dell'Ispra.
“Presupposto senza il quale – evidenzia Coldiretti - non è possibile aprire alcun tavolo di confronto visto il fallimento della precedente esperienza del Tavolo nazionale sulla caccia istituito dalle Regioni con le associazioni di settore che, arenatosi sulla questione dei calendari venatori, non ha consentito di aprire un confronto che portasse a risolvere la questione dei danni da fauna selvatica".