In merito alla disponibilità a collaborare da parte di Coldiretti espressa pubblicamente per mezzo di una nota stampa, Arcicaccia Toscana evidenzia quali sono i punti condivisi dall'associazione agricola durante congresso di Chianciano Terme, in relazione alla realtà regionale.
Anzitutto, come abbiamo già visto, Coldiretti si dichiara disponibile a - lavorare alla presentazione di uno specifico Disegno di Legge che superi i limiti della 157 e della 394 per “giungere alla gestione complessiva del territorio (comprese le aree protette) per il controllo delle popolazioni selvatiche”. Inoltre condivide il principio di fauna bene comune e l'introduzione di una fiscalità generale per il risarcimento dei danni, mantenendo le risorse già provenienti dal comparto venatorio in termini compartecipativi; la ridefinizione del ruolo e delle competenze dell’Ispra (reale supporto della gestione faunistica, in sinergia con le competenze regionali e provinciali”.
Oltre a questi capisaldi normativi, la nuova intesa tra caccia e agricoltura dovrà articolarsi attraverso ulteriori e specifiche azioni, tra le quali: la sperimentazione di aree a gestione specifica, con particolare riferimento alla piccola selvaggina stanziale, che mettano al centro l’impresa agricola nella gestione degli Istituti faunistici (pubblici e privati) e nel territorio a caccia programmata; la realizzazione di filiere che valorizzino le carni dei grandi ungulati provenienti da operazioni di contenimento e di controllo che, con la centralità degli A.T.C., sviluppino risorse destinate ad investimento in favore della gestione faunistica realizzate dall’impresa agricola multifunzionale; la promozione del concetto innovativo della fauna come risorsa caratterizzante la qualità del territorio per la messa in rete del turismo ambientale e quindi degli agriturismi.
Diventa una battaglia comune, anche in Toscana, quella della difesa delle risorse del comparto venatorio dai possibili tagli (peraltro illegittimi) che andrebbero ad inficiare l’avvio di questi percorsi, con gravi ricadute anche per il comparto agricolo. Altro aspetto che viene giustamente evidenziato da Coldiretti - osserva Arci Caccia - è quello di richiamare il mondo venatorio a non disperdere la propria proposta su rivendicazioni perdenti e di riaprire quanto prima il Tavolo Nazionale sulla Caccia istituito dalle Regioni con le Associazioni di settore, che consenta di affrontare le questioni sostanziali per ridare futuro e speranza al rapporto caccia-agricoltura e, con ess,o alla difesa del suolo agro-silvo-pastorale dalla voracità della cementificazione e della speculazione.