"L’Arci Caccia, che si trova oggi a fronteggiare una sfida fondamentale e che appartiene a tutti i cacciatori ed alle loro associazioni, non deve essere lasciata sola. Questo è il terreno sul quale si gioca parte del futuro della nostra passione e partendo da ciò occorre riscoprire il valore dell’unità, una unità per rifondare e qualificare il tessuto delle alleanze nella società e tra le associazioni e categorie per proporre ad un paese che deve ritrovare presto una strada virtuosa e socialmente giusta i temi della cultura rurale, della difesa ambientale".
Lo dice in una nota il vicepresidente nazionale di Arci Caccia Massimo Logi, invitando il resto del mondo venatorio ad unirsi alle ragioni portate avanti dall'associazione venatoria (appoggiate tra gli altri anche dal Pd a livello regionale e nazionale) di fronte all'attacco subito dalla Lav e da altre associazioni animaliste sul progetto “conoscere la fauna delle nostre campagne” promosso in molte scuole primarie toscane dall’Arci Caccia. In particolare si parla delle reazioni legate al progetto di Gavorrano, in provincia di Grosseto.
Le reazioni scomposte e offensive secondo Logi "confermano ancora una volta che la strada intrapresa, quella di parlare alle giovani generazioni, ai docenti, il linguaggio della conoscenza e dell’equilibrato rapporto con la risorsa faunistica, rompe la finta egemonia di una certa cultura ambientalista ed animalista".
"A Gavorrano, in Toscana, - evidenzia Logi nella nota - si stanno vivendo le prove generali di un tentativo di fare dell’animalismo il cemento parlamentare e politico dei prossimi anni. Ora è giunto il momento che anche il resto del mondo venatorio esca fuori con coraggio, alzi la testa, si unisca per dare fiato alle ragioni di una comunità, quella dei cacciatori, che sa di essere colta, preparata scientificamente, impegnata concretamente ogni giorno sul territorio e soprattutto rispettosa delle posizioni degli altri e pronta al confronto democratico".