Senza dubbio interessante l'analisi che l'Ufficio Avifauna Migratoria Fidc sta portando avanti sul periodico Il cacciatore Italiano in merito alle specie definite Spec 3, che le associazioni ambientaliste vorrebbero escludere dai calendari venatori. Contestando tale classificazione, ottenuta sulla scorta dello studio di Birdlife (Birds in the European Union: a status assessment”, supportato dalla Commissione Ue, e riferendo le proprie conclusioni con dati scientifici, l'Ufficio Avifauna Migratoria dimostra come non esistano particolari reali apprensioni tali da giustificarne alcuna riduzione di prelievo.
Cominciamo con la canapiglia, passando subito alle conclusioni Fidc: “Tutti i dati disponibili di censimento dimostrano un incremento delle popolazioni della specie. La classificazione Spec3 non risulta attendibile. Ne consegue che non sono neccessarie sospensive della cacciabilità, né limitazioni particolari di prelievo”.
Vediamo perchè:
"Il Trend della popolazione svernante nei Paesi dell’Europa nord occidentale (Aewa-Wetlands Int. 2008) è stimata in 60.000 capi e nel centro Europa (lungo periodo). L’accorpamento delle popolazioni svernanti in centro Europa (breve periodo) e mar Nero-Mediterraneo è di 75.000-150.000 capi, in incremento nel centro Europa e ovest mediterraneo e stabile nell’est Mediterraneo-mar Nero. Per la lista rossa dell’Iucn la specie è considerata Least Concern (minima preoccupazione=specie abbondante e diffusa), e per essa l’Ue non ha previsto alcun Piano di gestione internazionale con azioni relative alla caccia.
Ecco i trend delle popolazioni svernanti in diverse regioni italiane: in Toscana nel periodo 1984/2004 si è registrato un moderato incremento fino ai primi anni ’90 e poi stabilità (Arcamone et al. 2007); in Emilia-Romagna nel periodo 2000/2009 si è avuto un incremento annuo del 2% (Tinarelli et al. 2010); nel Lazio nel periodo 1991/2008 si è verificato un moderato incremento (Brunelli et al. 2009); nel Delta del Po (Rovigo) nel periodo 2002/2010 si è riscontrato un aumento (Verza et al. 2011); in provincia di Venezia la popolazione è stabile (Basso et al. 2011). Più in generale, il trend della popolazione svernante in Italia è in incremento (Ispra 2009).
Questa specie è stata soggetta a divieto di caccia in Italia in molte regioni negli anni ‘80-‘90, su proposta dell’Ispra.
La specie è stata successivamente, a partire dalla fine degli anni ’90, reinserita nei calendari venatori di quasi tutte le regioni d’Italia. Come è possibile notare - evidenzia Avifauna Migratoria -, la situazione della specie è migliorata successivamente all’inserimento nelle specie cacciabili. Ciò costituisce una prova sperimentale che l’attività venatoria come oggi è condotta in Italia non determina decremento delle presenze che al contrario sono aumentate".