Riceviamo da un nostro affezionato utente piemontese, Marco Forno, alcune interessanti osservazioni in merito ad un comunicato emesso in questi giorni dalle principali associazioni animal – ambientaliste regionali (Animalisti Italiani, Lac, Lav, Legambiente, Lipu, Pro Natura e Wwf) contro la nuova legge sulla caccia presentata dalla Giunta piemontese. “Quello che sarebbe, dopo 20 anni in cui il Piemonte è stato una sorta di Repubblica autonoma animalista, un semplice adeguamento alla normativa nazionale venatoria – scrive Forno -, viene addirittura qui presentato come "soluzione finale per la fauna selvatica piemontese", scomodando quindi addirittura paragoni con le tristemente note "attività" di quel celebre animalista (eh già!) tedesco coi baffetti... nefandezze che si commentano da sé!”.
Le associazioni animaliste contestano la possibilità di prevedere la caccia nei parchi e nelle altre aree protette, la possibilità di utilizzare l’arco (ma “con l'arco si caccia in tutta Italia, ovviamente lorsignori vorrebbero che il Piemonte continuasse a far eccezione” - sottolinea Marco), l’istituzione di aree recintate per la caccia agli ungulati, la commercializzazione dei capi abbattuti da parte degli stessi cacciatori e infine il fatto di demandare alla Giunta regionale la definizione degli aspetti più importanti dell’attività venatoria: specie cacciabili, calendario venatorio, limiti di carniere, prospettando l'avvio di una nuova era di deroghe senza controllo. “Nessuno, vi assicuro nessuno, men che meno le associazioni venatorie – ci scrive il cacciatore piemontese - ha mai lontanamente fatto balenare l'idea di cacce in deroga in Piemonte, anche perché, a differenza di regioni come quelle del Lombardo-Veneto, non attengono nemmeno alla nostra tradizione venatoria. E' solo l'ennesima strumentalizzazione vergognosa e mistificatrice, per puri fini propagandistici”.
Marco Forno infine fa notare che “tra i firmatari del delirante comunicato appare in bella evidenza il logo del cigno di Legambiente. Sarà mica, per caso – scrive - , quella stessa Legambiente che spendeva parole a favore di una caccia sostenibile, della fauna bene comune, dell'importante ruolo del cacciatore per l'ecosistema etc etc. , il tutto per portar acqua al mulino del PD in campagna elettorale? Ohibò, forse Legambiente Piemonte è autoreferenziale e non risponde alle prese di posizione dei suoi vertici nazionali, oppure "passata la festa gabbato lu santo" come al solito?”.
Una piccola parentesi la aggiungiamo noi segnalando l'incapacità animalista di concepire la fauna come risorsa interconnessa al suo territorio. Territorio in cui vivono e lavorano migliaia di aziende agricole devastate da danni in continua crescita (evidentemente segno che la selvaggina cacciabile si trova in ottima salute e che deve essere maggiormente controllata). Danni che la Regione ha deciso di non finaziare più, come si apprende da una allarmante nota di questi giorni della Provincia di Torino. Dove prendere quindi i soldi? Le associazioni ambientaliste che dicono in proposito? Chi si aspetta una circostanziata proposta dai paladini dell'ambiente con ogni probabilità rimarrà deluso. |