La
massiccia presenza di fauna selvatica all'interno delle aree protette e l'evidente necessità di gestirle per mantenere in equilibrio ecosistemi e risorse antropiche, ha portato in Francia ad un cambiamento radicale, che alcuni auspicano anche in Italia, ovvero
l'ingresso della caccia nei Parchi.
Alcuni dei più importanti parchi nazionali francesi, come il Parco Port Cros e quello delle Calanques, hanno recentemente aperto la porta alla caccia, grazie ad alcuni emendamenti di modifica alla legislazione nazionale e ad altre modifiche introdotte lo scorso anno ai decreti costitutivi degli enti, che oggi stabiliscono tempi, luoghi e specie di caccia. Così nel cuore del parco di Port Cros si possono tranquillamente cacciare fagiano, coniglio, cesena, beccaccia, merlo, colombaccio. Alla direzione del parco viene demandato il compito di stabilire in base a pareri scientifici anno per anno il raggiungimento degli obbiettivi di gestione ed eventuali cambiamenti sulle consistenze ottimali.
Nel Parco delle Calanques le specie sono individuate annualmente dal consiglio di amministrazione dell'ente pubblico alla luce delle variazioni di numero e agli equilibri ecologici. Il Parco perciò determina annualmente le misure di conservazione specifiche e le modalità della loro attuazione.
Se il divieto di caccia nelle aree protette in Francia è ormai superato, anche se, occorre ricordarlo, non in tutti i Parchi nazionali francesi è ancora possibile cacciare, anche oltralpe non è tutto rose e fiori per i cacciatori. E' infatti in atto un tentativo ambientalista di demolire l'efficienza dell' ONCFS - l'Ufficio Nazionale della Caccia e della Fauna Selvatica che con i soldi dei cacciatori coordina gli interventi sul territorio - per favorire al suo posto la costituzione di un'agenzia per la biodiversità, dove confluire gran parte delle risorse, da gestire in chiave prettamente protezionista. Questo perlomeno è quello che secondo la FNC (Federazione Nazionale dei Cacciatori) lascerebbe presupporre il fatto che finora i rappresentanti dei cacciatori siano stati esclusi dalle consultazioni del Ministero all'Ecologia sulla formazione del nuovo organismo.