Per ora un nulla di fatto sul Piano faunistico venatorio discusso ieri in Provincia di Bergamo. Tanti i fattori in gioco, con alcune novità che rischiano di esasperare un dibattito che sembra tutt'altro che facile. I consiglieri leghisti nelle cronache locali raccontano di “alcune restrizioni gratuite che intaccano la tradizione venatoria”, e di “problematiche che si sono aggiunte a una proposta di Piano faunistico che vedeva il mondo venatorio penalizzato pesantemente”.
Restrizioni che cercano di recepire gli ammonimenti del Tar, che ha fissato entro il 12 giugno il termine per la Provincia entro cui dimostrare l'ottemperanza alle sentenze. Intanto il 31 marzo scorso è scaduto il tempo utile per la presentazione delle osservazioni sul testo della Provincia, il testo quindi ora passerà in Regione per la Valutazione di incidenza ambientale, e poi tornerà in aula.
Le contestazioni delle scorse settimane da parte del mondo venatorio sono arrivate anche in consiglio attraverso tre interrogazioni della Lega Nord su questioni dolenti come quella dei capanni soppressi e sul divieto di rilascio di nuove autorizzazioni nel Parco dei Colli di Bergamo, sul territorio attribuito alle oasi di protezione infine sull'identificazione delle rotte di migrazione. Su questi punti la Lega Nord chiede un passo indietro all'amministrazione. Risponde l'assessore Cottini, che invita tutti a puntare sull'obbiettivo principale e a non disperdersi in altre battaglie. Ovvero la trasformazione di gran parte del territorio dell'Atc in Comprensorio Alpino, il che comporterebbe anche una minor quantità di territorio protetto.