Francesco Codeluppi ha 23 anni, abita a Casalgrande (RE), e studia viticultura ed enologia alla facoltà di agraria di Reggio Emilia. Alla caccia si è avvicinato grazie al nonno fin da piccolo "è lui - spiega - che mi ha trasmesso questa grande passione", così come quella per la cinofilia "grazie a lui - continua Francesco - e a mio zio mi sono appassionato prima ai segugi italiani da lepre poi al setter inglese".
A caccia, insieme allo zio ci andava già all'età di 10 anni, certo non a sparare, ma solo ad allenare i cani nel periodo consentito. Poi appena raggiunta la maggiore età, ha sostenuto l'esame per l'abilitazione all'esercizio venatorio ed è diventato a tutti gli effetti un cacciatore, dedicandosi sia la caccia alla lepre con i segugi italiani che alla beccaccia e alle pernici con il setter inglese.
Ma la passione di Francesco si applica anche alla gestione tecnico - faunistica: "sono coadiutore nelle attività di controllo della fauna selvatica; - ci spiega - mi impegno anche nei piani di ripopolamento e cattura che si svolgono nel mio ambito territoriale di caccia, perchè penso che per una buona sostenibilità dell'ambiente e delle specie selvatiche quindi della caccia stessa sia importante impegnarsi tutto l'anno e non solo nel periodo di attività venatoria".
Una totale dedizione che Francesco spiega così: "per me la caccia è uno stile di vita, una passione, quasi una malattia che quando ti prende non ti lascia più. Penso inoltre che la caccia sia una risorsa importante per il paese e per la salvaguardia della natura e delle specie presenti nel nostro territorio, intervenendo con censimenti, ripopolamenti e selezione di alcune specie".