Gli agricoltori sono una componente molto importante nella gestione del territorio e della fauna selvatica.
Senza di loro è impossibile programmare, conservare il patrimonio naturale, ipotizzare un qualsiasi futuro positivo per l'attività venatoria.
Nell'ottica di fornire ulteriori argomenti di riflessione ai nostri appassionati navigatori e al mondo della caccia in generale, riteniamo importante quindi, per una possibile e auspicabile riforma della 157, ma anche della 394 (legge sui parchi), dialogare con loro e auspicare una felice sintesi. Soprattutto quando, come nel caso del nostro “amico” Stafano Masini, responsabile Ambiente e Territorio della Coldiretti, si collegano competenze sia agricole che venatorie, come del resto succede in molti, moltissimi agricoltori.
Avvocato Masini, che cosa pensa che succeda in Parlamento, dopo l'avvio piuttosto frenetico dei preliminari per la discussione della richesta di modifica della legge sulla caccia?
Per quanto concerne l'iter parlamentare di discussione delle nuove disposizioni in materia di caccia, ritengo che gli scenari possibili siano due:
a) il primo, quello meno auspicabile, potrebbe vedere il verificarsi di una dura contrapposizione tra orientamenti opposti che affrontano la questione della riforma della legge sulla caccia su un piano meramente ideologico senza approfondimento dei contenuti;
b) il secondo, quello più costruttivo, vede realizzare un confronto serrato basato sul metodo della concertazione, così come si sta tentando di fare con l'insediamento del tavolo al quale partecipano le associazioni della caccia, quelle ambientaliste e le organizzazioni professionali agricole, in grado di aprire un dialogo positivo con i parlamentari.
Secondo lei, è auspicabile che il mondo della caccia e i suoi rappresentanti riescano a trovare una sintesi comune?
Riguardo alle prospettive del movimento dei cacciatori ritengo che la pluralità associativa sia un valore positivo e lo è ancora di più se si compie lo sforzo di individuare alcuni punti di convergenza sui grandi temi della caccia, mentre sugli altri, rispetto ai quali sussiste una divergenza di veduta, sarebbe utile aprire un confronto sereno capace di trovare anche eventuali mediazioni.
Cosa manca secondo lei, se manca, ai cacciatori e alle loro associazioni per affrontare le sfide future in una società che sta cambiando radicalmente il suo rapporto con ambiente e territorio?
A mio avviso, per quanto concerne il dialogo tra le varie associazioni di rappresentanza è importante che, nelle rispettive basi associative, si diffonda una nuova cultura della caccia anche tramite movimenti di formazione, se necessario, finalizzati a creare una nuova consapevolezza nei soci rispetto a temi di fondamentale importanza quale, ad es., il rapporto tra caccia, agricoltura ed ambiente affinchè ciascuno sia in grado di cogliere gli stretti legami che sussistono tra attività che non sono necessariamente in conflitto tra di loro, ma che convergono verso l'obiettivo comune della tutela e della valorizzazione del territorio e delle sue risorse naturali.
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