Ok per gli abbattimenti delle volpi come deciso dal piano triennale della Provincia di Ferrara ma “solo per quanto riguarda la Valle del Mezzano, nelle Zrc e negli Atc “ove si sospendano le immissioni di selvaggina”. Così si legge nel parere dell'Ispra inviato all'amministrazione, che aveva chiesto anche l'estensione del controllo ad altre zone delicate. Anche qui la risposta pone delle condizioni: prima di eseguire i prelievi, “in ogni caso con pratiche che escludono qualunque ricorso alle braccate” è necessario mettere in pratica misure di prevenzione dei danni che esse stesse causano. Il prelievo in tana in aree aperte senza l’ausilio di cani nel periodo della trebbiatura, così come gli abbattimenti notturni con carabine di piccolo calibro e l’ausilio del faro vengono concessi solo dopo aver messo in campo tali misure preventive.
I rischi di stabilità degli argini, per esempio, spiega l'Ispra, vanno piuttosto prevenuti da “un’adeguata ristrutturazione” così da evitare il graduale indebolimento dovuto alla presenza di cunicoli e/o tane scavate da mammiferi selvatici (nutria, volpe, tasso). “Meglio costruire gli argini con un’anima interna di sabbia – consiglia l'Ispra - e tenerli puliti da erba e arbusti”. Per evitare danni sulla selvaggina poi, insiste l'Ispra, basta sospendere le immissioni “in particolare di quella allevata artificialmente che, com’è noto - spiega l’Ispra - risulta dotata di scarsa capacità di difesa nei confronti dei predatori”. Negli allevamenti invece “l’impatto della volpe può essere prevenuto attraverso l’adeguata protezione meccanica delle strutture e il ricovero notturno degli animali”. Gli abbattimenti si possono attivare, ma il danno deve essere prima dimostrato.
La polemica sugli abbattimenti delle volpi è proprio di moda in questo periodo. Anche in Emilia Romagna è infatti stata presentata un'interpellanza dal Consigliere Pdl Mauro Malaguti. L'interrogazione si scaglia contro le delibere provinciali, tra cui quella di Ferrara, che predispongono i contenimenti. Nell'interrogazione si chiede “l'utilizzo di metodi meno crudeli, ecologici, che a norma dell’art.19 Legge caccia andrebbero impiegati in via prioritaria, come i bocconi vaccini per la rabbia, oltre alla presenza di una Guardia provinciale nel caso di abbattimento di un animale sospetto di essere affetto”.