Il Sindacato Venatorio Italiano (SVI) ha inviato una formale diffida ai vertici della Regione Campania in cui esorta a “chiarire, formalmente, quali provvedimenti siano stati presi o intendiate prendere per evitare che, anche per l’anno in corso, si verifichino violazioni del dettato legislativo in materia di caccia e, nello specifico, con particolare riferimento all’emanazione del Calendario Venatorio 2013/2014” si legge nella diffida dell'Avv. Messina, emanazione che secondo legge deve avvenire entro e non oltre il 15 giugno.
“E’ noto, infatti, che una tardiva emanazione del Calendario Venatorio – dice la diffida dello Svi - ha comportato, per il passato, una serie di conseguenze, in capo a chi esercita l’ars venandi, tali da rendere particolarmente oneroso, se non addirittura impossibile l’esercizio di tale attività. Tra ricorsi al T.A.R., sospensioni cautelative e ritardi gestionali, i cacciatori campani, dopo aver, diligentemente, adempiuto ai propri obblighi si sono ritrovati spesso (per non dire sempre) invischiati in un turbinio di farraginosi impedimenti e complesse proibizioni, di kafkiana memoria, tali da logorare l’animo e la volontà del più fermo tra gli uomini”.
"La Regione, quindi - conclude la lettera - non può ma deve “entro e non oltre il 15 giugno” provvedere all’emanazione del Calendario Venatorio ed al relativo Regolamento di attuazione. Nel rispetto delle leggi, per dare certezza del diritto a chi è tenuto ad ossequiarle e per evitare ricorsi fatti ad arte da chi, approfittando di emanazioni ritardate del Calendario Venatorio, sfrutta queste mancanze per rivolgersi puntualmente al TAR il 31 agosto (alle porte dell’apertura della caccia) al solo scopo di creare ostacoli e malumori in capo a chi, viceversa, svolge l’attività venatoria con amore e passione".
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