Dopo l'interrogazione del Pdl in Provincia di Ferrara (mossa in contemporanea alla protesta degli animalisti a Siena), la questione volpi arriva fino all'aula del Consiglio regionale dell'Emilia Romagna. Ad alzarla è la consigliera dei Verdi Gabriella Meo, che in una interrogazione alla Giunta ha chiesto un intervento di diniego sul piano di contenimento deciso per 350 volpi a Ferrara, sostenendo che “ la caccia alla volpe non è solo feroce, è anche poco intelligente: la volpe, se lasciata viva, potrebbe ridurre notevolmente gli emolumenti che le Province devono pagare ogni anno per i danni all’agricoltura provocati da fagiani e lepri”. Dalla Provincia le ha risposto l'Assessore Stefano Calderoni, obiettando, proprio sul fronte danni, che è in realtà la volpe a crearne all'ambiente, all'ecosistema e agli allevamenti.
“Le volpi – dice l'assessore - provocano innanzitutto un rischio idraulico, legato alle tane che, un po’ come le nutrie, scavano negli argini dei canali, indebolendone la tenuta. Bisogna poi considerare i danni che questi animali creano negli allevamenti degli animali di bassa corte, ad esempio il pollame, e il rischio di contagio di alcuni morbi particolarmente insidiosi, come la trichinella e la rabbia silvestre: se anche un solo animale di un allevamento di suini venisse contagiato, determinerebbe la distruzione di tutti i capi presenti”.
Allo stesso tempo, ma pare che la logica di questa apertura sfugga anche a lui, Calderoni apre la porta del dialogo sulle modalità di intervento: “sono pronto a confrontarmi su forme di prevenzione ecologiche e non cruente” ha detto. Quali sono queste forme è tutto un dire: utilizzo di esche vaccino per evitare i contagi o sterilizzanti per controllare la popolazione. Che queste “soluzioni” costituirebbero la classica foglia di fico, evidentemente utile a sedare le proteste, ma a poco altro, lo ammette poi lo stesso assessore quando precisa che “le soluzioni diverse dall'abbattimento risolvono solo un ambito del problema ma senza toccare gli altri”. Insomma, detto papale papale, le volpi continuerebbero a scavare buche e ad assediare gli allevamenti. Enigmatica anche la conclusione di Calderoni: “siamo disponibili a discutere con tutti i cittadini sulle modalità con cui portare avanti il controllo delle volpi sul territorio, che però d’altro canto non possiamo evitare di effettuare”. Come dire, presentate qualcosa di altrettanto efficace e altrettanto economico e ne riparlemo.
La polemica appare molto strumentale, anche considerato il fatto che la delibera è stata decisa in Regione e che le stesse attività di controllo della volpe sono in vigore anche a Modena, Bologna e Reggio Emilia. Come mai poi gli animalisti si muovono solo ora? "Anche dal punto di vista amministrativo - risponde l'assessore alla consigliera - l’iter ormai è concluso: c’erano 60 giorni di tempo per fare ricorso al Tar e 120 per presentarlo al presidente della Repubblica, ma da dicembre, quando è passata la delibera, nessuno l’ha impugnata. Eppure le associazioni avrebbero dovuto sapere che stava per entrare in atto, vista che viene riproposta ogni tre anni”.