Un documento unitario, firmato dalle rappresentanze del mondo agricolo e venatorio toscano per opporre le ragioni del modello di gestione della fauna alla decisione presa ieri dalla Giunta di Siena sul contenimento della volpe. Nel testo, firmato da Cia, Coldiretti e Confagricoltura assieme a Federcaccia, Arcicaccia, Liberacaccia e Urca, si invita l'Assessore provinciale a considerare una serie di indicazioni concrete, come è per esempio “l'esigenza e la domanda reale di rafforzare gli strumenti ed i programmi della gestione faunistica, non certo di indebolire un modello che ha prodotto esperienze e risultati all'avanguardia pur fra le mille difficoltà di un quadro normativo generale insufficiente e di una situazione territoriale ricca, oltre che di risorse, di grandi complessità".
Il riferimento è alla difficoltà di "mantenere l'equilibrio tra le specie ma anche densità di popolazioni compatibili con l'esistenza di attività umane, tra cui l'agricoltura che nell'economia senese svolge un ruolo di primo piano". Pare quindi insensata, dal punto di vista degli agricoltori e dei cacciatori la decisione assunta a Siena a seguito delle incivili proteste degli animalisti, che solo una settimana fa, in occasione della discussione di una mozione proprio su questo tema, hanno di fatto fermato i lavori del Consiglio, occupando l'aula con cartelloni e urlando insulti in direzione dei consiglieri.
“Una vicenda che a taluni può sembrare marginale – si legge nella nota – anche per la limitatezza del territorio interessato, assume significato emblematico: in gioco sono la filosofia e le scelte della gestione, la decisione se le problematiche, nonché le opportunità connesse con la fauna, debbano essere affrontate con criteri di razionalità e metodi tecnicamente efficaci oppure, al contrario, se abbandonare l'ambizione ad un territorio che viva e si sviluppi in modo equilibrato e sostenibile".
Nel testo sono contenute indicazioni che coinvolgono anche la gestione degli ungulati, altra emergenza impellente per il mondo agricolo. Si sollecita quindi l'emanazione della Provincia di un piano straordinario per tutto il territorio per arrivare a garantire densità sostenibili, anche attraverso una gestione non conservativa nelle aree non vocate e che comprenda anche le aree protette.