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News CacciaNutrie, parla un ambientalista: “operare subito con una strategia diffusa” martedì 30 aprile 2013 | | Ogni tanto c'è qualche ambientalista temerario che riesce ad affrontare nodi spinosi come quello del contenimento delle specie invasive, che l'Europa da tempo ci chiede non solo di tenere sotto controllo numerico, ma in molti casi (come è quello della nutria o dello scoiattolo grigio) di eliminare. Francesco Mazzavilla, biologo, ambientalista e consulente del Parco Sile, affronta sul quotidiano La Tribuna di Treviso quello che da anni è un vero tabù per il mondo ambientalista italiano, visto che finora le varie associazioni sono state abilissime a far credere ai loro seguaci che è possibile salvare gli animali “alieni” e allo stesso tempo tutelare la biodiversità che contraddistingue i nostri territori.
“Chiamarlo problema non è bello, trattandosi di animali, - spiega l'ambientalista intervistato dal quotidiano trevigiano - ma non si può definirlo altrimenti. Le nutrie stanno destabilizzando preziosi ecosistemi. La loro avanzata continuerà esponenzialmente ma si può fermare”. Per Mazzavilla ci vuole una strategia che coinvolga tutto il Paese, come si è fatto in Inghilterra: “lì le nutrie sono arrivate parecchi anni fa - spiega -, hanno proliferato come stanno facendo in tutta Europa fino a quando il governo non ha deciso che trattandosi di una specie alloctona, risultava pericolosa per l’equilibrio ambientale ed ha deciso di intervenire pesantemente tanto che oggi non ce ne sono praticamente più”.
“Hanno investito risorse in ricerca, studi, interventi mirati e sono riusciti a ridurre ai minimi termini la specie. Eliminandone gli esemplari...”. Ma così gli animalisti si infuriano, obbietta il giornalista Federico de Wolanski, “capisco, e proprio per questo mi sto confrontando con loro – risponde lui - . C’è una seconda strada, l’hanno proposta loro: sterilizzare i maschi. Potrebbe funzionare, e anche bene. Ma chi paga? E quanto costa? E poi daccapo: la devono fare tutti”.
E' proprio la scarsa disponibilità di risorse e finanziamenti che porta i Comuni ad applicare la strategia del contenimento. I ricorsi al Tar sono immediati quando si parla di abbattere nutrie o altri animali dannosi, il che porta ad un continuo braccio di ferro tra le amministrazioni e gli animalisti. Pochi giorni fa, Derovere, comune della provincia milanese, si è visto minacciare di ricorso da parte della Lav, che ha chiesto l'annullamento dell'ordinanza sulle nutrie. Cosa che l'associazione fa (e non è la sola) ogni qualvolta si presenti una simile situazione. Lo scorso anno ha vinto il ricorso presentato contro il comune di Pieve San Giacomo, sempre nel milanese, che, a seguito del dibattimento, è stato condannato al pagamento di 3 mila euro. La tattica mira a far dissuadere i sindaci dall'emanare simili ordinanze, ma il problema rimane. Quindi è un bene che gli ambientalisti comincino a dibattere e a proporre. Il problema non riguarda certo i cacciatori, attaccati quando partecipano alle iniziative dei contenimenti, ma l'intera comunità.
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