I presidenti delle commissioni hanno un ruolo cruciale nel calendarizzare e portare avanti le riforme legislative. La possibilità quindi che si riprendano in mano le modifiche alla legge sulla caccia è in parte affidata ai nuovi presidenti delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, rispettivamente Luca Sani (PD) e Roberto Formigoni (PDL).
Maremano, 48 anni, Luca Sani è stato sindaco dal 95 al 2004 di Massa Marittima, suo comune di residenza. Nel 2001 viene eletto segretario provinciale dei Ds, dopodichè nel Pd ricopre il ruolo di coordinatore e responsabile Sanità. Prima delle elezioni Luca Sani è stato appoggiato pubblicamente dall'Arcicaccia con queste motivazioni "Su di lui potremo contare per valorizzare le ragioni della caccia sociale e responsabile". Nella sua biografia figurano "origini contadine". Ecco come commenta l'incarico in Commissione: "la responsabilità alla quale sono stato chiamato – spiega – mi onora. Considerato il momento delicato dell’economia ci attende un lavoro difficile. Il settore primario è in sofferenza da molti anni sia per la concorrenza internazionale che erode i margini di utile delle imprese agricole, sia per il processo di lungo periodo di ristrutturazione della proprietà fondiaria. Fenomeni che s’incrociano con altre questioni come le politiche di filiera agroalimentare, i processi di trasformazione agroindustriale e le questioni della distribuzione. Tutto nel contesto dell’avvio della nuova Pac. Insomma -ci sarà da lavorare molto e da impegnarsi per ricollocare l’agricoltura e l’agroalimentare fra le priorità della politica economica nazionale".
Formigoni è certamente più noto. Ex presidente della Regione Lombardia, che ha guidato ininterrottamente dal 1995 al 2013, oggi è Senatore della Repubblica per il Pdl. In questi giorni la sua elezione ha creato scalpore per la concomitanza con il rinvio a giudizio nell'ambito dell'inchiesta sulla Fondazione Maugeri. Riguardo alla caccia, in Regione Lombardia, a seguito dei richiami da parte della Commissione Ue, aveva chiesto al Consiglio Regionale di non procedere per non esporre la Lombardia al rischio di eventuali sanzioni. Per procedere Formigoni chiedeva "un sostegno da parte del governo" invitando l'allora ministro dell'Agricoltura di promuovere la "revisione della inadeguata legislazione nazionale". "E' sacrosanto proteggere la fauna selvatica per le generazioni future - dichiaraava Formigoni - , ma non va dimenticato che la caccia in tutti i paesi europei é fattore importante di sviluppo economico, sociale ed ambientale delle aree rurali".