"L'Ispra (Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale) ha già segnalato alla Regione che i periodi di caccia per alcune specie migratrici (tordi, beccaccia) sono eccessivamente dilatati, e che il ricorso nei mesi di ottobre e novembre a deroghe che portino da 3 a 5 il tetto delle giornate di caccia settimanali per sparare ai migratori dagli appostamenti, costituisce una pressione venatoria eccessiva sulla fauna selvatica". Lo dicono Wwf, Lipu, Italia Nostra, Lac, Enpa accusando il Consiglio regionale della Liguria di essere "ostaggio del solito gruppetto di consiglieri regionali con la licenza di caccia".
Sotto accusa anche le spese della Regione sostenute proprio per argomentare con dati scientifici le proprie scelte. "Nel tentativo di arrampicarsi sugli specchi - dice la nota delle associazioni ambientaliste - la Giunta Regionale sceglie di stanziare consistenti somme di denaro pubblico per produrre ricerche in campo faunistico/venatorio da usare come motivazione-paravento per i propri atti amministrativi; è il caso della Delibera di Giunta Regionale n. 1654 del 29/12/2011 che ha stanziato circa 158.000 euro per un programma pluriennale di opinabili studi sugli spostamenti del cinghiale (da catturare e munire di radio-collari), nonché per ricerche sulla presenza delle specie cacciabili (o di cui si vorrebbe aprire la caccia) migratorie e svernanti". Bisogna ricordare agli ambientalisti che i cacciatori pagano fior fior di tasse e che queste, secondo la legge, devono essereimpiegate per la riqualificazione degli habitat e per la gestione faunistica.