Il Consiglio regionale della Campania affronterà nelle prossime sedute il testo di riforma della disciplina della caccia. Il capitolato recepisce i rilievi di incostituzionalità sollevati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla riforma regionale approvata nel 2012, la legge 26 del 2012.
Tra le principali norme riformate dal testo presentato dal Consigliere Pietro Foglia, e su cui pare ci sarebbe la più ampia condivisione in Consiglio, ci sono cambiamenti sulle autorizzazioni per gli appostamenti fissi, che saranno rilasciate in numero non superiore a quelle previste per l'annata venatoria 89/90, solo a chi ne era già titolare all'epoca.
Il testo prevede anche la sostituzione del Comitato tecnico faunistico venatorio provinciale con il Comitato di rilievo nazionale. Si prevede poi che la quota di territorio sottoposto a pianificazione venatoria sia destinato alla protezione della fauna per una quota non inferire al 20 per cento. Si escludono alla caccia anche le aree contigue dei Parchi nazionali e regionali e viene sottratta al piano faunistico regionale l'individuazione dell'indice di densità venatoria regionale.
Nel testo - secondo quanto riporta il quotidiano Il Sannio - si stabilisce anche che la concessione per le zone di addestramento cani e dei campi di gare venga attribuita al dirigente del competente ufficio e non più al Presidente dell'amministrazione provinciale. Si esclude l'addestramento dei cani da ferma nei giorni di silenzio venatorio, si riporta il divieto della caccia nelle aree colpite da incedi dei dieci anni successivi e si introduce il pagamento di una tassa regionale per la caccia alla migratoria in un ambito territoriale diverso da quello di appartenenza
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