“Le sentenze ovviamente si rispettano anche se non si condividono, ma un commento è d’obbligo: imponendo alla Regione di approvare il calendario venatorio con atto amministrativo anziché con legge, la sentenza non favorisce certamente, anzi, la certezza normativa di cui la caccia avrebbe bisogno”. Lo dichiara il Presidente di Federcaccia Toscana Moreno Periccioli in merito alla recente sentenza emessa dalla Corte Costituzionale.
“L’incertezza“ prosegue Periccioli “colpisce i diritti dei cacciatori, ma anche l’efficacia della gestione faunistica, con ricadute negative sull’ambiente e sul sistema rurale nel suo insieme. Con la legge sul calendario – che disciplinava tempi e specie cacciabili nell’assoluto rispetto dell’art. 18 della Legge 157, occorre ricordarlo – la Toscana aveva garantito per oltre dieci anni regole chiare e certe, un clima indispensabile per favorire collaborazione fra le componenti sociali e giusta soddisfazione fra i cacciatori con, di conseguenza, una miglior gestione del territorio e della fauna: ora sarà più difficile, è inutile nasconderselo, conseguire gli stessi risultati".
"La vicenda - continua la nota di Fidc Toscana -riporta in primo piano anche una questione politico/istituzionale più ampia: le competenze ed i poteri delle Regioni. Se la caccia, in virtù del nuovo testo del titolo quinto della Costituzione, è materia di competenza regionale, non si comprende perché la Regione non possa utilizzare, per governarla, gli strumenti che ritiene più idonei".
Per l'associazione venatoria "risultano lesi, oltre al diritto dei cittadini alla certezza, poteri e sfera di autonomia delle Regioni". Ora serve un intervento definitivo "chiarificatore sulla normativa nazionale", che Federcaccia Toscana ha chiesto ai candidati anche in occasione dell’ultima campagna elettorale.
Ora è urgente” continua il Presidente di Federcaccia Toscana “che la Regione approvi al più presto un nuovo atto sul calendario venatorio. Noi chiediamo che il calendario per la prossima stagione riproponga fedelmente tempi e specie indicati all’art. 18 della L. 157/92, in buona sostanza che sia emanato un calendario come quello degli anni passati. Con tutte le opportunità che, a partire dall’apertura anticipata ad alcune specie, la normativa prevede.
Sappiamo bene che l’estremismo ambientalista ed animalista tenterà, approfittando del fatto che non c’è più il calendario per legge, di frapporre ostacoli in ogni modo, ma non mancano gli elementi tecnici e scientifici – ampiamente ed autorevolmente documentati - a sostegno di una scelta che oltretutto, ripeto, segue puntualmente le indicazioni della Legge nazionale ed in particolare dell’articolo che detta tempi e specie della stagione venatoria: legalità è rispetto della Legge, ed a questa bisogna attenersi, senza tentennamenti.
Periccioli chiude con un auspicio: “che tutte le Province toscane, nell’emanare gli atti di loro competenza, mantengano piena uniformità su tempi e specie rispetto al Calendario regionale: decisioni diverse contribuirebbero soltanto ad aumentare la situazione di incertezza.“
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