Con la scusa di avversare a tutti i costi la caccia e i cacciatori, gli animalisti finiscono per danneggiare proprio gli animali che vorrebbero difendere. Ora infatti, a causa della sentenza del Tar della Lombardia che, su ricorso della Lac, ha annullato il regolamento sugli ungulati della Provincia di Como, non sarà più possibile recuperare i capi feriti durante i giorni di silenzio venatorio (che, secondo la delibera provinciale poteva essere effettuato da personale specializzato formato e iscritto in un apposito albo e con cani appositamente addestrati).
Questo, secondo il dirigente provinciale Marco Testa al Corriere di Como, potrà causare diversi problemi. "Gli animali feriti possono infatti essere pericolosi e creare problemi anche di natura igienico sanitaria. Capita che un animale ferito si rifugi poi in una riserva - dice Testa - e con il nuovo regolamento si poteva recuperare. È un vuoto normativo che andrà risolto a livello nazionale". Ad effettuare i recuperi ora saranno solo i guardiacaccia, quindici addetti per un territorio oggettivamente molto vasto.
Come risolvere questa situazione? "Possiamo innanzitutto chiedere ai cacciatori di evitare di sparare con il rischio di ferire soltanto le prede il lunedì e il giovedì - dice il dirigente provinciale - , ossia alla vigilia delle giornate di silenzio venatorio. La nostra proposta di un albo avrebbe garantito la tracciabilità dei recuperi e il fatto che la delibera dello scorso anno sia stata sospesa soltanto ora è il segnale che anche il Tar ha riconosciuto come il provvedimento di Como intervenisse a colmare una vacatio legis".