Come promesso sono scesi in piazza per dire no al piano faunistico provinciale, che “non rispetta gli accordi ed elimina parte dei capanni” e per protestare contro la “realizzazione della banca dati dei richiami, nelle inutili e costose modalità proposte dalla Regione Lombardia”. Sono circa 2 mila i cacciatori bergamaschi che hanno preso parte alla manifestazione di sabato scorso a Bergamo con un corteo, colorato e chiassoso, che ha sfilato per le strade del centro con campanacci, striscioni e bandiere, fino a fermarsi davanti al palazzo dell'Amministrazione provinciale.
I cacciatori avevano tentato la via della conciliazione, ottenendo un incontro con il presidente Ettore Pirovano, avvenuta mercoledì scorso, ma evidentemente da lì non è uscito nulla di determinante. Secondo il Coordinatore provinciale di Acl, Fortunato Busana, il Piano Faunistico rispetto a quello presentato un anno fa e che ottemperava le prescrizioni del Tar, è stato stravolto. "Abbiamo presentato 97 osservazioni - ha dichiarato Busana ai giornalisti - che non sono state prese in considerazione". Con questo Piano faunistico - dice Lorenzo Bertacchi Presidente della Federcaccia di Bergamo - aumentano le oasi di protezione, territori in cui non sarà nemmeno facile garantire l'abbattimento dei cinghiali, animali che sono diventati un problema in tanti comuni". Il corteo ha rivolto le proprie critiche anche in direzione dell'Assessore provinciale Alessandro Cottini, per le cui dimissioni è stata improvvisata anche una raccolta firme in piazza "se ne vada, in questi anni ha solo recepito le richieste del Wwf e delle altre associazioni ambientaliste" è stato detto dal palchetto.
C'è poi la questione del censimento dei richiami vivi e delle procedure imposte dalla Regione Lombardia per risolvere i problemi formali sull'applicazione della Direttiva Ue. La banca dati che si intende realizzare dovrebbe infatti contenere tutte le informazioni necessarie all'identificazione degli uccelli: sigla dell’anellino, specie, proprietario, sia di cattura sia di allevamento. Per il Cupav si tratta di una procedura di difficile applicazione, e perfino dannosa per il benessere degli animali. "Siamo disposti a un censimento digitale di tutti i richiami vivi, oltre 400 mila animali - ha spiegato Alessandro Balestra del Cpa - un balzello da 200 mila euro l'anno - ha aggiunto - per noi è una complicazione, soprattutto per i più anziani".
(Il giorno Bergamo - Corriere Bergamo)