Non è certo in discesa la strada aperta faticosamente sul fronte dell'unificazione del mondo venatorio. Lo ha confermato Gianluca Dall'Olio ai microfoni della Caaf Editrice, che pubblica un video dell'intervista su youtube. Il presidente della Federcaccia ha ricordato che le cose da fare sono ancora tante.
“In una realtà storicamente consolidata, come è quella della proliferazione delle associazioni venatorie, sia riconosciute che non, è difficile uscirne. Questo processo vede coinvolti noi ma anche tutto il panorama venatorio europeo, l'Europa non vede di buon occhio la situazione italiana e chiede una modifica che permetta all'Italia di interloquire a pari dignità e con le stesse capacità di confronto”. Dall'Olio ripercorre i passi fatti finora. “A dicembre 2012 abbiamo convocato tutte le associazioni riconosciute abbiamo detto che siamo disponibili a confluire in un unico soggetto, per superare la prima e più importante delle barriere, ovvero chi assorbe chi, abbiamo detto che nessuno vuole assorbire nulla. Siamo disponibili a confluire, cambiando anche denominazione sociale, possibilmente cercando di mantenere la nostra identità, accogliendo le altre sulla base di un confronto dialettico. Ad ora - ha ricordato Dall'Olio, due sole associazioni, Anuu e Cpa, hanno accolto la proposta. Con loro abbiamo progredito nel dettaglio sui problemi statutari e sul percorso che ci possa portare insieme entro il 2014”.
Sono proprio le divisioni, ha spiegato Dall'Olio, a non permettere alla caccia italiana di avere un confronto forte con le istituzioni, con il risultato che in questo modo rimangono inascoltate le istanze dei cacciatori anche quando queste sono coerenti con i principi dettati molto chiaramente dalle direttive europee, ormai condivisi praticamente in tutta Europa grazie all'impegno di 7 milioni di cacciatori. Secondo Dall'Olio non va quindi persa la possibilità di unirsi sul fronte della sostenibilità della caccia, sancita dalle leggi, dalle deroghe alla direttiva habitat.
Fondamentale sarà quindi, per il Presidente di Federcaccia, occuparsi dei giovani cacciatori, che saranno i cacciatori di domani. Sui numeri, qualche preoccupazione ma anche un certo ottimismo: “abbiamo fatto un'indagine – dice Dall'Olio – e abbiamo visto che in Federcaccia ci sono più di 50 mila giovani cacciatori dai 18 ai 40 anni. Sappiamo che sono molti in meridione (il 29% in Calabria rientra in quella fascia d'età)”.