Dopo l'ennesima polemica animalista sull'abbattimento programmato delle nutrie, che, lo ricordiamo per l'Europa, per l'Ispra, il Ministero dell'Ambiente e dell'Agricoltura e perfino per il Wwf, devono essere eradicate dal suolo italiano per il loro impatto estremamente negativo sull'ambiente, i cacciatori pare si stiano stancando di essere il bersaglio delle critiche che ogni volta ricevono per il fatto di essere gli esecutori materiali dei programmi di soppressione.
E questa volta a Cesena, dove era stata fissata una battuta unica per ridurre considerevolmente il numero degli esemplari di nutria dal parco cittadino (le nutrie, come i topi, possono trasmettere il virus della leptospirosi, pericoloso per l'uomo, la questione quindi in quel contesto è anche correlata alla pubblica incolumità), i cacciatori si sono tirati indietro. Lo si apprende, per vie traverse, dalla motivazione data dalla Provincia di Forlì, che ha parlato di rinvio della battuta, che era prevista per la notte di martedì 4 giugno, per “motivi tecnici”, ovvero, non si è trovato il numero sufficiente di guardie ecologiche, come conferma la Provincia al quotidiano Cesenatoday. Non sono infatti più di 4 – 5 i volontari, abilitati a questo scopo, pronti a partecipare alle operazioni.
"Le proteste ci sono – ha commentato l'Assessore Luciana Garbuglia – ma indipendentemente da esse il problema va affrontato; non è possibile che in un parco urbano ci sia un così proliferare di nutrie. Se lasciamo le cose come stanno rischiamo di trovarci il parco invaso. Non ci siamo lasciati condizionare dalle proteste anche perché abbiamo rispettato il protocollo e fatto tutto a norma".