Sabato scorso al Municipio di Asolo (Tv) si è svolto il convegno internazionale "Caccia e Comunicazione", organizzato dal CIC (Consiglio internazionale della caccia). C'erano rappresentanti del mondo venatorio, esperti di settore e docenti universitari a parlare di questo delicato tema, a partire dalle relazioni dell'Avv. Vincenzo Gorlani su “Comunicazione e giustizia”; Alberto Quaglino, professore al Politecnico di Milano: “Un tema difficile: la comunicazione” e Thierry Coste (Fnc Federation Nationale des Chasseurs) su “Come incidere sull'attenzione di una società disattenta”. Coste in particolare ha spiegato il percorso virtuoso intrapreso dai cacciatori francesi negli ultimi dieci anni. In platea tantissimi rappresentanti delle istituzioni locali, degli Atc veneti e dell'associazionismo venatorio. Presente anche l'Assessore regionale alla Caccia Daniele Stival.
Al centro delle riflessioni il complicato rapporto, spesso conflittuale, tra la caccia e i media di massa, che in Italia porta ad una informazione lacunosa su quanto i cacciatori italiani facciano per il territorio e per la fauna selvatica al di là del semplice atto del prelievo venatorio. Nelle sue conclusioni, Massimo Marracci, Vice Presidente del CIC , ha sintetizzato gli spunti di principale rilevanza emersi dalle relazioni sollecitando il mondo venatorio italiano a decidersi a fare finalmente sistema programmando compiutamente le proprie strategie, anche e soprattutto in tema di comunicazione, visto che "i cacciatori - scrive - sono già utili alla collettività e ancor più potrebbero esserlo in futuro diversamente da quanto comunemente ritenuto".
Ne è seguito un dibattito, moderato dal giornalista e socio CIC Bruno Modugno, tra Gianluca Dall’Olio, Presidente FIdC, Marco Castellani, Presidente ANUUMigratoristi e Mariano Trevisan, Presidente regionale ANLC del Veneto. I tre intervenuti hanno pienamente convenuto sulla necessità che si compia il più velocemente possibile quel salto di qualità – anche nel settore dell’informazione e della comunicazione rivolta dai cacciatori verso gli “altri” – divenuto indifferibile e dimostrando, così, un’unità di intenti che lascia bene sperare sulla concretezza dell’agire del mondo venatorio a livello nazionale.
Questo, peraltro, - si legge nella nota conclusiva del CIC - non farebbe nulla più che inserirsi nell’ampio processo, in corso dal 2012, di avvicinamento tra alcune associazioni nazionali (FIdC, ANUUMigratoristi, CPA) per giungere alla costruzione di un nuovo soggetto unitario, che possa condurre un giorno a una sola rappresentanza associativa di tutti i cacciatori italiani attraverso l’adesione delle associazioni che, a oggi, si tengono ancora fuori da questo percorso.
Evidentemente l'idea che una più efficace comunicazione possa raggiungere un vasto pubblico ha disturbato gli animalisti. Apprendiamo dalla stampa locale che l'incontro è stato piantonato da un gruppo di attivisti anticaccia che hanno cercato di disturbare il convegno con striscioni e cori. |