L’assessore regionale della difesa dell’Ambiente, Andrea Biancareddu ha chiesto ai ministeri dell’Ambiente e delle Politiche forestali un intervento formale, in previsione dell’elaborazione del calendario venatorio 2013/2014 per risolvere una questione molto sentita dal mondo venatorio sardo: la disparità delle date di chiusura della caccia ad alcune specie migratorie tra Sardegna e Corsica.
"Essendo la rotta migratoria Sardegna – Corsica la stessa, appare quanto mai lampante la disparità nelle date di chiusura della caccia ai tordi. Tale iniquo trattamento tra i cacciatori delle due regioni confinanti determina una grave penalizzazione del mondo venatorio sardo a fronte di un paradossale premio per i cacciatori corsi. E fa in modo che si percepisca una politica di tutela incoerente e contradditoria a livello europeo, senza peraltro conseguire il fondamentale principio di protezione delle specie disciplinato dalla normativa europea", scrive l’assessore.
L’assessore Biancareddu, ricorda che "a carico della Regione venne aperta nel 2004 una procedura di infrazione europea (archiviata nel 2012) per avere autorizzato a febbraio qualche giornata di caccia ai tordi, nonostante nella vicina Corsica la chiusura a tali specie sia da anni stabilita al 20 febbraio". Pertanto, conclude l’esponente della Giunta nel documento, "nella consapevolezza che il problema esposto richieda un approfondimento nazionale ed europeo si chiede ai Ministeri competenti di esprimere un parere in merito alla questione sollevata, ovvero di farsi interpreti della necessità di rivisitare e interpretare correttamente e in maniera univoca le date di inizio della migrazione prenuziale italiane e francesi, in particolare nella rotta migratoria Sardegna Corsica, al fine di porre fine ad una evidente disparità di trattamento tra i cacciatori dell’Unione Europea e di perseguire il principio fondante di protezione sovranazionale delle specie.
L’assessore sollecita ulteriormente i ministeri competenti affinché, in attesa che venga sollevata la questione in Commissione Ornis e vengano approvati a livello europeo i necessari correttivi - sperando con la stessa urgenza e determinazione con la quale l’UE apre le procedure d’infrazione – venga fissato un incontro con l’Assessorato regionale dell’Ambiente per approfondire questi argomenti.