Nel corso di un recente incontro con le Province e le associazioni, l'Assessore regionale Fernanda Cecchini ha affrontato anche il tema della riforma regionale degli Ambiti territoriali di caccia. “Le valutazioni espresse sia dalla Provincia di Terni sia dalle Associazioni venatorie del territorio - ha affermato l’assessore Cecchini - soprattutto rispetto ad una presenza dell’Atc più decentrata e quindi più vicina alle esigenze delle singole realtà territoriali, ci saranno utili per perfezionare il disegno di legge di riforma. Su questo faremo un passaggio anche con la Provincia di Perugia, prima delle riunione della Consulta faunistico-venatoria regionale, già convocata per venerdì 21 giugno”.
Intanto la Libera Caccia Umbra dirama un comunicato in cui fa sapere che alcuni giorni fa la proposta di prorogare i mandati Presidenziali degli Atc fino alla fine di dicembre 2013 è stata bocciata dal consiglio regionale ed ha visto divise le due province, con Terni favorevole e Perugia contraria. Soddisfazione quindi dalla Libera Caccia, che ha osteggiato questa riforma sin dall'inizio.
Il 21 giugno le Associazioni saranno chiamate in Consulta per prendere visione della “riforma della riforma”, che potrebbe prevedere la ripartizione del territorio regionale in sei o sette nuove Entità Gestionali al posto delle tre attuali, secondo Libera Caccia con "la cancellazione del “limite dei due mandati consecutivi” per l’eleggibilità del o dei Presidenti". In particolare Terni, sempre secondo le deduzioni della Libera Caccia, spingerebbe per “non un solo ATC e cinque Unità Organizzative Territoriali (come proposto e ribadito più volte dall’Assessore), ma due ATC (uno a Perugia e uno a Terni) e cinque U.O.T. e sempre (ne siamo certi) - scrivono dall'associazione - con nomina dei Presidenti tramite Atto di Giunta Regionale”.
"Non abbiamo alcun risentimento o astio nei confronti delle persone, ma siamo stanchi dei “Senatori a vita”, siamo preoccupati che la “riforma” releghi i cacciatori in spazi sempre più ristretti e angusti e con costi e tasse prevedibilmente maggiorate, in nome di una Gestione Programmata di caccia e territorio che in molti casi ha fatto “acqua da tutte le parti”. "La nostra risposta, con una settimana di anticipo dall’incontro - conclude la nota Anlc -, è e non può essere che un secco NO".