La Giunta regionale dell'Emilia Romagna ha presentato una propria proposta per la riforma della legge 8/1994 "Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria”. Alla proposta, scelta come testo base, ne è abbinata una seconda a firma del consigliere Mauro Malaguti, Pdl, (nominato dalla commissione relatore di minoranza, quello di maggioranza è invece Tiziano Alessandrini) a cui hanno aderito anche Andrea Defranceschi (M5s), Giuseppe Paruolo (Pd), Liana Barbati (Idv) e Giovanni Favia (Misto).
Il provvedimento presentato dalla Giunta oltre a prevedere la reintroduzione della caccia con l’arco (sospesa nel 2000), stabilisce le modalità di compilazione del tesserino e introduce il parere di conformità espresso dalla Regione sui calendari venatori provinciali in funzione di uno svolgimento dell’attività di venatoria che assicuri la sopravvivenza e la riproduzione delle specie cacciabili.
Nell’articolato - si legge in una nota del Consiglio Regionale - sono anche riproposte disposizioni per la caccia agli ungulati, in attuazione dei piani di abbattimento, già previste nelle leggi-provvedimento relative ai calendari delle stagioni venatorie passate, conformemente alle indicazioni formulate dall’Ispra. Si estende inoltre il divieto di sparo a meno di 150 metri anche in direzione di impianti a pannelli solari fotovoltaici, già previsto per stabbi, stazzi ed altri ricoveri e si introduce la sanzione accessoria della sospensione del tesserino per la mancata consegna del medesimo entro i termini di legge, in conformità a quanto già previsto nelle passate stagioni venatorie.
L’acquisizione in tempi rapidi dei dati sui prelievi permette infatti di raccogliere informazioni utili per la gestione della fauna e della caccia da parte di Province e Atc e va ad incrementare la ventennale banca dati regionale sui tesserini di caccia, anticipando quanto raccomanda l’Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori dell’Africa (Aewa). Infine, si inseriscono fra i dati trattati da Regione, Province, Comuni e Atc - per le finalità istituzionali della legge regionale e nei limiti delle rispettive competenze - quelli relativi a violazioni a cui è connessa l’applicazione di sanzioni amministrative e quelli a cui è connessa la sanzione disciplinare, individuate dagli statuti degli Atc.
La seconda proposta di legge prevede di introdurre due modifiche "in particolare, il divieto di impiego di “cani in tana”, a rischio - dice sempre il comunicato della Regione - di essere seriamente feriti o sbranati per ogni operazione di prelievo o abbattimento controllato di fauna selvatica".