Il Piano faunistico venatorio di Bergamo, ancora all'esame dei tecnici per la valutazione ambientale strategica, non va giù ai cacciatori. I loro rappresentanti provinciali hanno annunciato già un ricorso al Tar, anche sulla valutazione di incidenza, come annuncia il presidente provinciale di Federcaccia all'Eco di Bergamo.
I rappresentanti del Cupav, si legge sempre sul quotidiano bergamasco, hanno organizzato anche un presidio durante la presentazione della relazione di incidenza, contestando anche Enzo Mauri, direttore dell'Oasi Valpredina del Wwf quando ha mostrato la "V" di vittoria. "Il 70% delle osservazioni - dice Bertacchi riferendosi alle proposte ambientaliste - sono state accolte per ottemperare alla sentenza 1573/2011 del Tar di Brescia, che stabiliva la cessazione della natura del contendere, in virtù di quell'accordo stretto scavalcando il Consiglio provinciale".
Una vittoria quindi per le associazioni ambientaliste, con buona pace dei cacciatori, che hanno contestato fin da subito l'allargamento delle aree protette contenuta nel Piano con la riperimetrazione decisa per Zps e l'istituzione di nuove oasi di protezione (1550 ettari in più). L'entrata in vigore dei confini della nuova zona Alpi, intanto, grazie anche alle proteste del mondo venatorio, è stata differita al primo febbraio 2014. Ora a Bergamo c'è chi pensa di organizzare uno sciopero delle doppiette, magari interrompendo tutte le operazioni di controllo ungulati, come propone per Acl, Fortunato Busana. Contrari al nuovo piano faunistico anche diversi proprietari di fondi, che hanno presentato le proprie riserve sulle nuove zone di protezione per i vincoli che si porteranno con sè.