Con una nota di critica al governo regionale, il capogruppo Pdl, Gianguido Bazzoni, torna sul calendario venatorio approvato in Emilia Romagna. "Bene fanno le organizzazioni dei cacciatori - dichiara - a contestare alla radice il calendario annuale della caccia, sia nel metodo di formazione sia nei contenuti".
"Il non voler tenere conto dei dati scientifici, prodotti dalle organizzazioni venatorie, che attestano la grande espansione di alcune specie e la “buona salute” di tutte le altre, oltre a non aver considerato neppure i pareri dell’ISPRA (su ambiente e fauna selvatica) - sottolinea Bazzoni -, ha portato ancora una volta ad un calendario asfittico, con pochissime giornate cacciabili, in tempi sbagliati e con assurdi divieti per specie come la Moretta, non previsti neppure in sede europea.
"Non si è tenuto conto neppure del danno che certe specie provocano all’agricoltura - continua il consigliere - , già spossata da una primavera terribile e che, da un’espansione irrazionale di certe specie, viene messa in ginocchio. E’ il caso degli storni (specie assurdamente non cacciabile), che piombano sui frutteti come cavallette e da cui gli agricoltori possono difendersi solamente sottostando a complicate prassi burocratiche che ne limitano fortemente l’efficacia".
Bazzoni mette in guardia sul rischio di "allontanare sempre più persone dalla caccia, con l’effetto che il monitoraggio ed il presidio del territorio, svolto dai cacciatori al pari degli agricoltori, viene sempre meno e l’attività di mantenimento e ripristino ambientale programmato e di prevenzione dei danni da fauna viene a cessare". "Paradossalmente - conclude - la spinta ecologica acritica, che promana dagli atti della Regione, è quella che finirà per fare più danni all’ambiente".