La Regione ha stabilito, con il calendario venatorio, che la caccia al fagiano ed alla lepre quest’anno inizia il 29 settembre e la chiusura è anticipata al 15 dicembre per il fagiano ed all’1 dicembre per la lepre.
Si ritarda l’apertura e si anticipa la chiusura. Meno tempi di caccia a queste specie, ma tasse più salate per i cacciatori, mentre si aumenta di un mese e mezzo la caccia nelle Aziende Agro – Turistico Venatorie e Faunistico – Venatorie fino al 30 gennaio 2014.
Veramente bravi l’Assessore Sacchetto e la Giunta Regionale; un vero capolavoro !!!
L’Assessore poteva e doveva confrontarsi con l’ISPRA, partendo da studi e dati sulla realtà faunistica del Piemonte, sulle condizioni ambientali e climatiche che di sovente vedono da noi nevicate precoci nel mese di novembre e dicembre, con conseguente chiusura dell’attività venatoria, ed avanzare la richiesta di iniziare l’attività venatoria al 22 di settembre. Era possibile e doveroso farlo, ma non è stato fatto.
Le chiusure anticipate nessuno ce le imponeva, e non vi sono motivi tecnico – scientifici che ne suggeriscano l’adozione.
Si doveva fissare, come sempre, la chiusura della caccia alla lepre la seconda domenica di dicembre ed al fagiano il 29 dicembre.
Ma chi sono i tecnici o dirigenti venatori di cui si avvale l’Assessore Sacchetto? Per cortesia, li cambi !!! La caccia è possibile alla tortora da appostamento temporaneo nei giorni 1 – 7 – 8 settembre ed è auspicabile che gli ATC decidano in proposito. Così come è consentito, se gli ATC lo decideranno, e noi diciamo di sì, dal 1° al 22 settembre la caccia da appostamento temporaneo alla cornacchia nera e grigia, alla gazza e ghiandaia. E’ auspicabile che molti cacciatori partecipino affinché si riduca il forte squilibrio che si è creato a favore di queste specie con conseguenti danni alle colture agricole e alle altre specie di fauna. La caccia al cinghiale a squadre è possibile dal 29 settembre al 29 dicembre. Occorre che gli ATC decidano in tal senso. Constatato che i cinghiali provocano ingenti danni alle coltivazioni agricole con esborsi di diverse decine di migliaia di Euro, è auspicabile che tutte le squadre e tutti i loro iscritti partecipino fin dal primo giorno alle battute nelle zone loro assegnate. Per la caccia di selezione a caprioli e daini vanno bene i periodi indicati, ma protrarre la caccia alle femmine fino a metà marzo sembra a noi un errore, in quanto a quell’epoca le femmine gravide hanno feti molto sviluppati e riteniamo che, durante il periodo riproduttivo, non si debba svolgere l’attività venatoria su queste ed altre specie. Altra cosa è l’attuazione di piani di contenimento di specie che provocano gravi impatti ambientali e copiosi danni alle produzioni agricole.
Occorre secondo noi anticipare il prelievo delle femmine a dicembre e chiuderlo a fine gennaio. Ci vuole anche un’etica nell’attività venatoria, ed una femmina gravida ad uno stadio avanzato va rispettata.
Suscita qualche perplessità, in ordine alla possibilità di controllo, la caccia alle specie migratorie per tre giorni a scelta sui cinque consentiti. Le giuste esigenze dei migratoristi vanno magari accolte facendo delle opzioni in esclusiva per questo tipo di caccia, fornendo loro adeguati tesserini e con un pacchetto di giornate (30-35) da spendere nel periodo più appropriato. Sarebbe utile aprire su questo tema un sereno confronto.
Anche la chiusura alla migratoria, messa a calendario con chiusure al tordo bottaccio e sassello al 12 gennaio, cesena al 19, colombaccio e corvidi al 26, così come gli anatidi, andrebbero accorpate in due gruppi; anatidi e corvidi con chiusura al 26 gennaio, turdidi e cesene al 19 gennaio. Si eviterebbero così confusioni e possibili rischi di infrazione da parte dei cacciatori. L’addestramento dei cani per i cacciatori è confermato per il 15 agosto.
La cosa da evitare assolutamente, da parte degli ATC, è però l’applicazione del punto 1.10 dell’allegato B del calendario venatorio, che dà la facoltà all’ATC di autorizzare - previo pagamento di una quota - essenzialmente allevatori di cani o cinofili con interesse nel settore di allenare ed addestrare i proprio cani su tutto il territorio di caccia programmata, anche durante l’esercizio dell’attività venatoria.
Potrebbe verificarsi che, mentre un cacciatore svolge la propria azione di caccia, sopraggiungano una muta di cani con certificato ENCI o due cani di un cinofilo o allevatore che, contemporaneamente, battano lo stesso terreno alla ricerca della poca selvaggina presente, anche se i loro conduttori sono privi di fucile.
Si avrebbe così il territorio di caccia programmata dell’ATC trasformato per cinque giorni alla settimana in zona di allenamento e addestramento dei cani, non consentendo alla fauna il tempo per rilassarsi e nutrirsi a dovere.
È una norma assurda, contro i cacciatori e contro la fauna, ideata solo per fare cassa, che gli ATC non devono applicare. Il calendario venatorio regionale, pur ribadendo cose già in altri anni stabilite, presenta gravi limitazioni ed incongruenze, ed evidenzia come la gestione della fauna e della caccia a livello regionale non siano in buone mani. Vi è una visione mercantile della fauna ungulata, mentre non si fa nulla per produrre la piccola fauna allo stato naturale nelle Zone di Ripopolamento e Cattura, cosicché si ricorre al mercato per acquistare lepri e fagiani che sono cibo prelibato per i troppi predatori.
Manca intanto la legge regionale sulla protezione della fauna e l’esercizio venatorio. Abolita irresponsabilmente la Legge Regionale 70/96, la nuova norma proposta dalla Giunta Regionale è lacunosa e carente (come ARCI Caccia abbiamo proposto modifiche radicali) e annaspa in regione e non si sa se verrà approvata prima dell’apertura della caccia. La prossima annata venatoria è a rischio come l’anno scorso, perché chi governa ha distrutto ed è incapace di costruire un nuovo sistema di regole condivise.
È ora che i cacciatori e le loro Associazioni, gli ATC e la Provincia – assieme al mondo agricolo e di protezione ambientale – collaborino per gestire al meglio il nostro patrimonio faunistico. RIPOPOLAMENTI E AMMISSIONI, COSA FARE?
Nei giorni scorsi la nostra associazione ha inviato ai Presidenti dei quattro A.T.C. della provincia un comunicato in merito ai ripopolamenti aggiuntivi ed alle prossime ammissioni per la stagione venatoria 2013/2014. Riteniamo necessario che congiuntamente alle altre associazioni, anche agricole, all’Amministrazione Provinciale e agli A.T.C., si facciano sforzi comuni per il RILANCIO DELLA PRODUTTIVITÀ NELLE Z.R.C. che dovranno essere riviste con la riduzione ed il superamento di quelle che da svariati anni non sono produttive, creando maggior spazio per l’attività venatoria.
Occorrono per la stagione venatoria 2013/2014 ripopolamenti aggiuntivi, MA NON DI PRONTA CACCIA, operando con idonei pre ambientamenti… compito degli A.T.C. supportati dal volontariato di tutte le associazioni ed in particolare di quelle venatorie.
La scarsità di fauna oggetto di incentivazione faunistica, presente sul territorio, porta a fare alcune considerazioni sulle prossime ammissioni negli A.T.C. SI È CONTRARI ALLE AMMISSIONI, SIA DEFINITIVE CHE STAGIONALI, DI CACCIATORI FORANEI; QUESTE RITENIAMO DEBBANO ESSERE CONTENUTE NEL 10% DEI CACCIATORI AMMISSIBILI PER OGNI A.T.C.
ARCI CACCIA - PROVINCIALE ALESSANDRIA |