Servivano la competenza e la prontezza di un vero tecnico per agire come ha fatto Francesco Nepote, un giovane cacciatore di Sauze d'Oulx, in alta Val Susa, che ha salvato la vita ad un piccolo di capriolo, senza strapparlo dall'ambiente selvatico. Il giovane, stando alla ricostruzione che fa dell'accaduto Repubblica Torino, ha trovato l'animale sul ciglio della strada mentre percorreva il tratto fino a Grage della Valle, nel comune di Exilles.
"Era sdraiato a terra, non si alzava e respirava a fatica: molto probabilmente si era ferito cadendo dal muro che costeggia la strada - racconta il cacciatore - al suo fianco c'era la mamma, che provava a farlo alzare inutilmente. Con l'arrivo delle auto é scappata via, lasciando il cucciolo da solo". A quel punto Nepote, racconta Repubblica, ha spostato il capriolo dal centro della carreggiata grazie ad un telo per la legna, senza toccarlo con le mani, ben consapevole che l'odore umano avrebbe reso impossibile la sopravvivenza del giovane esemplare nel suo habitat.
Vedendo dei miglioramenti, l'ha poi lasciato da solo nell'erba, osservandolo a distanza con un binocolo: "Dopo circa tre ore é tornata la mamma a prenderlo - conclude il cacciatore - e sono andati via insieme". Come al solito la redazione di Repubblica non manca di cedere alla tentazione disneyana: in tutto il testo dell'articolo il piccolo capriolo viene infatti chiamato "bambi", ma dobbiamo pur prendere atto che questa volta l'episodio (uno dei tanti di questo tipo) è stato valorizzato, restituendo al cacciatore l'opportuna immagine di profondo conoscitore della natura. I nostri complimenti al giovane Nepote.