Riceviamo e pubblichiamo:
Dalla Regione un ritorno al passato con ingiustificate penalizzazioni rispetto al CV 2012-2013, che aveva superato due ricorsi al TAR
Difficile non rimanere sconcertati di fronte ai contenuti e alle modalità dell’iter amministrativo seguito dalla Regione Lazio nell’emanazione del Calendario Venatorio 2013-14. La Regione infatti ha licenziato un Calendario Venatorio diverso da quello della scorsa stagione, non accogliendo le indicazioni avanzate da ben nove associazioni fra venatorie e agricole. Inoltre, rispetto al Calendario della scorsa stagione, che grazie al supporto motivazionale predisposto dagli uffici regionali in collaborazione col Gruppo di Lavoro di FACE Italia, aveva superato indenne ben due ricorsi al TAR, ha predisposto alcune modifiche penalizzanti per i cacciatori.
Invece di vedere confermato, come tutti ci si aspettava, il CV 2012-2013, con grande sorpresa, si sono lette queste differenze:
· La chiusura alla quaglia è stata anticipata al 31 ottobre invece del 31 dicembre.
· La moretta è stata esclusa dalle specie cacciabili.
· Il carniere di allodole giornaliero è stato dimezzato, passando da 20 a 10 capi.
· Sono stati introdotti limiti di carniere mai richiesti dall’ISPRA per le specie beccaccino, frullino, canapiglia, mestolone, moriglione, marzaiola.
A questo punto sorgono spontanee alcune domande. Quali sono le motivazioni che hanno portato la Regione Lazio a modificare un Calendario che aveva superato ben due ricorsi al TAR? Quali sono le nuove acquisizioni scientifiche che hanno fatto propendere per scelte diverse da quelle assunte e motivate nella scorsa stagione?
Al momento ci sembra che le modifiche apportate siano solo concessioni alle richieste ambientaliste, senza alcun fondamento scientifico, e per di più nemmeno affrontate nel corso delle riunioni del Comitato Regionale Faunistico Venatorio. La gestione di questo organo infatti non è stata in linea con le finalità che gli sono assegnate per legge. Nel corso delle due riunioni indette dalla Regione Lazio non è stata fornita ai componenti una bozza di CV predisposta dalla Regione, così come non sono state sottoposte a votazione né le proposte presentate dalle associazioni venatorie né quelle delle associazioni ambientaliste. La Regione Lazio si è limitata semplicemente a raccogliere le proposte senza far uscire una collegiale proposta di CV approvata dal Comitato. Ciò significa che il Comitato non è stato messo in grado di esprimere il parere che deve necessariamente conseguire alle riunioni.
Per questo Federcaccia Lazio chiede al Presidente Zingaretti di modificare il CV 2013-14 riportando i 4 punti sopra elencati così come nel CV 2012-13 o, in alternativa, di riconvocare il Comitato Regionale Faunistico Venatorio per discutere le eventuali nuove proposte della Regione Lazio.
Federazione Italiana della Caccia Lazio