Riceviamo e pubblichiamo:
L’Associazione Cacciatori Veneti-CONFAVI ha chiamato a raccolta i cacciatori per fare il punto della situazione su come viene gestita la caccia in Veneto da parte della Regione.
Puntualmente, come avvenuto anche in occasione della recente riunione tenutasi in Fiera a Vicenza il 15 dicembre scorso, non sono bastate le sale messe a disposizione dal VIEST Hotel per accogliere tutti i cacciatori accorsi per rispondere all’appello di Maria Cristina Caretta, presidente dell’Associazione Cacciatori Veneti-CONFAVI. Gremite all’inverosimile le sale interne, una parte dei cacciatori ha dovuto prendere posto nell’atrio di ingresso presso il quale era stato allestito d’emergenza un collegamento audio/video con la sala principale. Ma neanche questo è bastato per contenere la marea di persone accorse al VIEST. Alcune centinaia di cacciatori sono stati collocati alla meglio presso il giardino adiacente all’Hotel dal quale hanno potuto sentire gli interventi dei relatori che si sono succeduti nel corso dell’incontro tramite gli autoparlanti della sala principale.
Dopo l’intervento introduttivo della Presidente Caretta, interrotto più volte da fragorosi applausi di consenso, è toccato all’on. Sergio Berlato fare il punto della situazione che sta vivendo la caccia in Veneto. Supportato da una corposa e dettagliata documentazione illustrata sugli schermi delle sale del VIEST, l’on. Sergio Berlato ha dimostrato che la grave situazione venutasi a creare in Veneto in ambito venatorio è da attribuirsi principalmente agli amministratori regionali i quali, forse per mancanza di competenza o per scarsità di coraggio, hanno approvato, con grave ritardo, provvedimenti incompleti se non addirittura palesemente sbagliati come emerge dalla recente sentenza della Corte costituzionale che ha sancito l’illegittimità costituzionale della legge 25/2012 sui capanni di caccia, lasciando i cacciatori del Veneto in balìa delle denunce penali per abuso edilizio ed abuso paesaggistico, denunce che prevedono il pagamento di sanzioni penali che vanno dai 30.000 ai 103.000 euro.
Stessa cosa per l’applicazione del regime di deroga in Veneto, la cui mancata applicazione ha privato i cacciatori di questa regione di un diritto esplicitamente previsto dalle Direttive comunitarie.
Durante il suo intervento, il senatore Altero Matteoli, visibilmente stupito dalla quantità di cacciatori presenti all’incontro, ha confermato la sua opinione sull’on. Sergio Berlato definendolo il più grande esperto in materia venatoria che abbia mai avuto il piacere di conoscere,.
Ha anche confermato che, se le cose in Veneto non vanno per il verso giusto, la gran parte della colpa è da attribuirsi agli amministratori regionali e non a Roma o all’Europa.
Dopo gli interventi dei relatori, come d’abitudine dell’Associazione Cacciatori Veneti-CONFAVI, è stata data la parola al pubblico per permettere a chiunque volesse intervenire, di esprimere la propria opinione. La Presidente Maria Cristina Caretta ha confermato la necessità di unire le forze di tutti i cacciatori del Veneto per chiedere alla regione di rimediare agli errori commessi, preannunciando che nei prossimi giorni verrà depositata in regione la petizione popolare che richiede le dimissioni dell’assessore regionale alla caccia, petizione che è già stata sottoscritta da più di 17.000 cacciatori ma che si prevede verrà sottoscritta da molti altri entro la fine del mese.
Ufficio stampa
Associazione Cacciatori Veneti - CONFAVI