Su ricorso presentato lo scorso anno da alcune associazioni ambientaliste (Legambiente, Associazione Mediterranea per la Natura, Lipu, Wwf, Lav, Enpa e Lac) Il Tar di Parlemo ha dichiarato l'illegittimità del decreto di approvazione del Calendario Venatorio 2012 – 2013 e di quello relativo alla caccia nei siti Natura 2000.
Il Tar ha confermato le precedenti pronunce in merito, soprattutto in relazione alla mancata valutazione di incidenza nei Sic e nelle Zps, alla “condizione per cui l’esistenza di un piano faunistico venatorio efficace costituisce un presupposto necessario per l’adozione di un nuovo calendario venatorio”. In base a questo principio il Consiglio di Giustizia Amministrativa aveva ordinato all’amministrazione regionale di emanare un nuovo piano regionale faunistico-venatorio per poi conseguentemente disporre un conforme calendario venatorio entro 60 giorni dalla notifica. Ma l'amministrazione non ha ottemperato nei tempi previsti.
Il Tar ha accolto anche le riserve degli ambientalisti in merito alla difformità del calendario rispetto alle prescrizioni Ispra, ritenendo le scelte regionali non adeguatamente motivate. Il Tribunale Amministrativo ha condannato l’ Assessorato delle Risorse Agricole e Alimentari della Regione Siciliana al pagamento delle spese in favore delle associazioni ricorrenti, liquidate in 5 mila euro. Le associazioni venatorie che si sono costituite in giudizio opponendosi al ricorso (Arcicaccia, Associazione Liberi Cacciatori Siciliani, Enalcaccia Catania, Eps Sicilia, Associazione Caccia e Ambiente Artemide, Associazione Nazionale Cacciatori) non sono state condannate insieme alla Regione.
La sentenza è stata commentata da una nota del Sindacato Nazionale Cacciatori, Vai al link