Alla fine i cacciatori ce l'hanno fatta: il Piano faunistico venatorio della Provincia di Bergamo è stato approvato dal consiglio e contiene parte delle osservazioni da loro presentate. E' stata una dura battaglia, che ha visto il rimpallo del testo in quattro diverse sedute, tensioni all'interno della maggioranza Lega e Pdl e un tira e molla continuo con l'ufficio tecnico provinciale. L'ultima versione è passata a larga maggioranza con la sola opposizione del Pd.
Durante la settimana le tensioni avevano portato anche ad una minaccia di dimissioni, quelle del capogruppo Pdl Giuseppe Bettera, visto il parere negativo dell'ufficio tecnico sul maxiemendamento che rappresentava una mediazione sofferta della maggioranza (soprattutto all'interno delle file della Lega Nord, divise in favorevoli e contrari).
Quello che i cacciatori hanno ottenuto, in sostanza, è una revisione dei confini sulle rotte di migrazione e quindi delle zone interdette alla caccia, per cui alcune aree saranno limitate solo alla caccia alla migratoria. La battaglia è stata giocata anche e soprattutto dai tecnocrati: Oriani (Pdl) ha portato in aula i pareri contrastanti a quelli dati dall'ufficio tecnico chiesti a due legali esperti. Ecco che quindi la situazione si sblocca: su un ultimo emendamento, che ha revisionato in generale l'impianto del Piano Faunistico, arriva anche il giudizio favorevole dei tecnici della Provincia.
Ad ogni modo la partita ancora non è chiuso e sono già pronti i ricorsi da parti contrapposte. Ne presenterà uno il Wwf, gi�annunciato. Ma anche uno l'Associazione Cacciatori Lombardi con Fortunato Busana si impunterà su alcuni aspetti "non sostanziali ma comunque sensibili". Come, si legge sul Corriere, l'obbligo di "geolocalizzare" ogni anno i capanni fissi.