“Avvieremo un tam tam mediatico contro questo calendario e interventi giuridici. Caccia a 14 specie in cattivo stato di conservazione, caccia in periodo di migrazione prenuziale, nessun piano di conservazione per le specie in sofferenza”. E’ la protesta di Legambiente Lazio, Lipu Birdlife Italia, Società Geografica Italiana in merito al testo del calendario venatorio 2013 – 2014, su cui per altro sono giunte anche pesanti critiche da parte delle associazioni venatorie, per le limitazioni introdotte (alcune nemmeno richieste dall’Ispra) rispetto allo scorso calendario, che aveva per altro superato anche i ricorsi al Tar.
Il tam tam, come al solito, punterà a diffondere notizie allarmanti che facciano presa sulle persone disinformate. Come che: “nell’elenco delle specie cacciabili del calendario venatorio laziale sono comprese specie che secondo i dati scientifici ufficiali sono considerate con status di conservazione sfavorevole e che quindi andrebbero tutelate anziché fatte oggetto di caccia”.
E’ chiaro che sfruttando l’escamotage della mezza verità, visto che quello status, generalizzato, mai riguarda direttamente i flussi svernanti nel nostro Paese (e diversamente non ci sarebbe motivazione diversa da parere Ispra che possa tenere in caso di ricorso, come invece successo lo scorso anno), si porta l’opinione pubblica a pensare che realmente la caccia italiana possa determinare il depauperamento delle specie normalmente cacciate. Si contesta anche la caccia durante la migrazione prenuziale, dimenticando di menzionare che la Guida alla Direttiva Uccelli permette periodi di sovrapposizione ben più dilatati di quelli realmente concessi nel nostro paese.