Simone Bernardeschi ha 28 anni, vive a Pescia (PT) e studia Scienze Naturali all'Università di Pisa. Lavora come consulente nel campo della nutrizione, integrazione e cosmetica, è volontario per la croce rossa e ha diversi hobby: lo sport, la fotografia, la cucina il trekking e ovviamente la caccia, che è anche una tradizione di famiglia.
“Per me la caccia è passione per la natura, contatto con le tradizioni e fondamentale per il controllo della fauna” ci dice. Pratica prevalentemente la stanziale (fagiano e lepre) e la migratoria (in particolare al colombaccio).
Simone si dice disposto a collaborare sia con gli organi di gestione che con le associazioni venatorie, nei confronti delle quali ha un atteggiamento molto pragmatico: “Sono molto utili – dice – ma dovrebbero lavorare di più e in sinergia tra loro, lasciando da parte le lotte ideologiche”.
Ci racconta anche una sua esperienza di caccia: “il primo fagiano che ho preso è stata un'emozione immensa. Il mio cane, dopo che lo ha seguito in un fossato (per circa 20 -30 minuti), lo ha costretto ad infilarsi in un canneto, per poi farlo volare sopra la mia testa”. Simone, che non è solo un giovane cacciatore ma anche un esperto del settore, visti gli studi di agraria e la specializzazione a Pisa, insiste sull'utilità di questa passione che accomuna migliaia di persone. Il potenziale è enorme: “può contribuire alla gestione della fauna, e allo stesso tempo alla salvaguardia dell'ambiente e della biodiversità”. Vi pare poco?