A seguito della nota diramata dalla Regione Lazio sul nuovo calendario venatorio, la Federcacci regionale ribadisce il proprio disappunto. "L
e decisioni adottate costituiscono nella pratica restrizioni imposte ai cacciatori senza alcuna giustificazione di carattere tecnico, in quanto il calendario venatorio della stagione precedente aveva superato indenne il ricorso al Tribunale amministrativo regionale avanzato dalle sigle ambientaliste".
"Questo significa - evidenzia l'associazione ventaoria - che le motivazioni e i regolamenti stabiliti nella delibera di calendario 2012-‘13 erano state ritenute fondate dal Tribunale amministrativo che aveva trovato legittimo un carniere giornaliero di allodole di 20 capi e non di 10; la caccia alla moretta consentita dal 1 novembre; la caccia alla quaglia consentita fino al 31 dicembre e non al 31 ottobre; nessun limite stagionale per le specie non segnalate dall’Ispra: beccaccino, canapiglia, frullino, marzaiola, mestolone, moriglione".
"Del tutto inconsistente - ribatte ancora Fidc Lazio - l’argomentazione adottata dalla Regione Lazio relativamente alle specie Spec, in quanto tale definizione, lo ripetiamo ancora una volta, non è la posizione dell’Unione Europea, ma il semplice giudizio in merito di Birdlife International, fra l’altro molto spesso contraddetto da altri istituti di studio sull’avifauna come Wetland International e AEWA".
La Federcaccia Lazio in collaborazione con le altre associazioni venatorie aderenti al coordinamento di Face Italia richiederà dunque ancora la modifica di questi punti del calendario venatorio regionale 2013-‘14.