La contraddizione, si sa, è insita nell'uomo. E anche lo scienziato Umberto Veronesi a quanto pare non fa eccezione. Quando parla di infertilità maschile, problema in aumento in tutto l'occidente, non può fare a meno di ammettere che questa derivi dallo snaturamento dei ruoli biologici del maschio, che, abbandonata la sua funzione di cacciatore, e indossati i panni, più femminili, dell'impiegato e del casalingo, vede nettamente diminuiti gli stimoli ormonali necessari ad una buona produzione di spermatozoi.
Ecco come lo spiega in una nuova intervista alla rubrica La 27a ora del Corriere della Sera: “Se un uomo deve alzarsi al mattino – dice - per cacciare la preda che fornirà cibo a sé e ai suoi, se deve uccidere, appostarsi, inseguire, il cervello comunica i suoi bisogni aggressivi all’ipofisi, che stimola altre ghiandole tra cui le gonadi: da qui la produzione di molti ormoni maschili, che a loro volta creano spermatozoi. Se invece lo stesso uomo trascorre la giornata in ufficio, arriva a casa, culla il figlio e aiuta nei lavori domestici, la sua ipofisi riceve meno stimoli e giorno dopo giorno i testicoli si “addormentano”.
Veronesi ne è proprio sicuro, visto che queste stesse nozioni le aveva dichiarate a Il Foglio lo scorso anno (vedi notizia su BigHunter), in quell'occasione lo scienziato ha finito per convincere il giornalista Camillo Langone, che aveva chiuso l'articolo consigliando alle mogli dei sedentari l'acquisto di una bella doppietta per farli tornare a caccia e riacquistare la loro virilità perduta. Se solo Veronesi non fosse uno dei più accaniti anticaccia e sostenitore della dieta vegana, potremmo dire che finalmente qualcuno mette in discussione ciò che ci sta allontanando dalla nostra stessa natura, mettendo sul piatto della bilancia i danni fisici e genetici prodotti da un eccessivo distacco da quello che antropologicamente siamo da migliaia di anni, per favorire, mediaticamente un ritorno alle origini e stili di vita più compatibili con i nostri veri ritmi naturali.
Niente paura, il professore aggiusta subito il tiro: “un ritorno al passato è improponibile – chiarisce -. L’omologazione dei generi è un fenomeno positivo per l’umanità perché l’entrata in scena della donna con ruoli sempre più strategici non può che portare ad un mondo migliore, più giusto e più pacifico. Sta alla scienza il compito di contribuire alla risoluzione del problema dell’infertilità”. “Ma la scienza – aggiunge poi - non va ostacolata per ragioni ideologiche o di principio”. Appunto.
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