In una nota la Federcaccia del Veneto “dichiara chiusa ogni forma di intesa e collaborazione con l'Acv e con chi la rappresenta”, visto il comportamento “a dir poco incivile” tenuto da alcuni soci nel corso dell’assemblea del 24 luglio ad Orgiano, mai redarguito nel corso della serata dai dirigenti Acv e preso atto “dell'impossibilità di aprire con la suddetta associazione ogni forma di dialogo”.“Scopo primario dell'Acv – dice la Federcaccia veneta – non sono i problemi che riguardano la caccia ma le questioni di natura politica”. Fidc del Veneto - dice nella nota - intende invece partecipare alle iniziative volte alla tutela della caccia ed alla costruzione di una effettiva unità venatoria peraltro da tutti auspicata a parole e spesso contraddetta”.
Singolare ed esilarante, risponde Acv, il comunicato Fidc, emanato proprio dopo che, in data 26 giugno, 5 luglio, 9 luglio e 16 luglio, i dirigenti di tutte le associazioni venatorie del Veneto (tranne Arcicaccia) si sono riuniti a Thiene su iniziativa della Presidente dell'Associazione Cacciatori Veneti, Maria Cristina Caretta. “Nel corso di queste riunioni – evidenzia la nota Acv - è stato elaborato e sottoscritto dai dirigenti di tutte le associazioni venatorie del Veneto il documento unitario che suggerisce alla Regione del Veneto la soluzione al problema “appostamenti ad uso venatorio”, chiedendo alla Regione un sollecito intervento per mettere i cacciatori del Veneto al riparo delle denunce penali conseguenti all’emanazione della sentenza della Corte costituzionale n. 139/2013 che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di parte della legge regionale 25/2012”.
In realtà i documenti predisposti erano due, uno che chiedeva le modifiche alla legge regionale 25/2012 ed uno che chiedeva le modifiche alla legge regionale 12/2012 con la conseguente cancellazione della delibera regionale n. 2005 del 2 ottobre 2012 che sancisce, tra i tanti divieti, quello di allestire appostamenti per la caccia agli ungulati o per la caccia ai colombacci se collocati in zone visibili ad occhio nudo da luoghi di culto ( cappelle, cimiteri, cimiteri militari, sacrari ).
Mentre per le modifiche alla legge regionale 25/2012 hanno firmato i dirigenti di tutte le associazioni venatorie, per le modifiche alla legge 12/2012 e la conseguente cancellazione della delibera regionale n. 2005 del 2 ottobre 2012 hanno firmato solo i dirigenti dell’Associazione Cacciatori Veneti-Confavi, quelli dell’Enalcaccia e quelli dell’Italcaccia. I dirigenti di Federcaccia, di ANUU e di Liberacaccia si sono rifiutati di firmare.
Riguardo alle accuse, Acv rispedisce tutto al mittente “ricordiamo che quell’assemblea è stata voluta, organizzata, totalmente gestita dai dirigenti politicizzati della Federcaccia e dall’ANUU. Tanto è stato clamoroso il fallimento di quella iniziativa, con il maldestro tentativo di questi dirigenti di intrappolare l’ACV e l’on. Sergio Berlato, da non rendersi conto che quelli che fischiavano loro e gli assessori regionali e che applaudivano l’on. Sergio Berlato, non erano solo i cacciatori dell’ACV-Confavi ma tutti i cacciatori appartenenti a tutte le altre associazioni venatorie”. |