La recente sentenza del Tar della Lombardia ha creato ulteriore confusione sull'argomento cattura, detenzione e registrazione dei richiami vivi. Come sappiamo l'Europa concede un periodo di adattamento che prevede la riduzione graduale delle catture (riduzione che la Regione Lombardia ha delineato in un apposito piano), incoraggiando però già l'approvvigionamento di richiami solo tramite allevamento, cosa che diverrà esclusiva nel 2017.
Sulla base di questi cambiamenti il Tar di Milano ha deciso che il percorso individuato dalla regione è troppo lento e che le quote per l'annata venatoria 2013 2014, così come decise dalla delibera regionale, erano troppo alte. “Con un’apparente motivazione – spiega Anuu Migratoristi in una nota - ha ritenuto che il numero dei richiami dovesse essere rapportato a quello del 2015 e, quindi, nella prossima stagione si dovrà attenere a questo dato salvo con motivate considerazioni perché sui numeri di quelli che si dovevano catturare nel 2012 e quelli che si sarebbero dovuti catturare nel 2015, bisognerà valutare che nella passata stagione con la sospensione di un mese non si è raggiunto il numero previsto e non si è potuto pianificare il piano concordato con Bruxelles nella procedura Pilot. Bisognerà, pertanto, leggermente discostarsi dal numero 2015 con un diverso numero di richiami da catturare sempre nell’ambito del numero rivalutato di quello, così segnalato, nella sentenza".
Ma l'allevamento pone diversi problemi. Come quelli segnalati da Alessandro Balestra sull'Eco di Bergamo, soprattutto per sasselli e cesene. Difficilissimo è per esempio creare le condizioni per la riproduzione di queste specie che si trovano ad altre latitudini. La più grande riproduzione di sasselli, stimata in circa un milione di coppie, avviene d'estate dove il sole praticamente non tramonta mai: in Svezia. Per ricreare queste condizioni da noi significa, spiega Balestra, che dobbiamo anticipare la riproduzione a marzo - aprile - maggio; portare gli animali in un seminterrato che mantenga temperature fresche grazie ad un deumidificatore e ventilatore che venga illuminato con neon particolari irradianti raggi Uva e Uvb capaci di assicurare benessere fisiologico e calcificazione degli scheletri. Tutto questo non risolve comunque la questione della consanguineità, inevitabile in condizioni di allevamento. Problemi enormi si pongono anche con gli spazi (grosse voliere) e l'alimentazione (perfino la normale acqua potabile può essere nociva perchè troppo alcalina).